Simba, un bambino di soli 3 anni, è morto a Napoli a causa di una serie di patologie di cui soffriva sin dalla nascita e che aveva contratto perché la mamma aveva da tempo problemi di droga. Il bimbo era nato in una baracca, ma è poi finito poco tempo dopo presso la comunità La Casa di Matteo grazie all’intervento di un assistente sociale.

La struttura partenopea si occupa ormai di gestire i minori abbandonati o figli di genitori che per vari motivi non hanno la possibilità di seguirli in prima persona. Simba era ormai da tempo qui e si era guadagnato questo soprannome proprio perché aveva dimostrato in più occasioni una grande voglia di vivere, esattamente come il personaggio reso celebre dal Re Leone, nonostante le condizioni di salute tutt’altro che semplici.

Grazie a lui era stato salvato e adottato anche il fratellino, che ora ha una nuova famiglia.

Ad annunciare la sua scomparsa è stata proprio la struttura, attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook: “Non avremmo mai voluto dirvelo: il nostro piccolo Simba non ce l’ha fatta – si legge –. Vi chiediamo scusa per non essere riusciti a trovare parole meno dirette e crude, ma a questo dolore non ci si abitua mai e la sofferenza è sempre più atroce. È successo tutto improvvisamente, come altre volte. Ma questa volta non ce l’abbiamo fatta. Noi, noi e lui, insieme. Non vogliamo farci domande, non sapremmo trovare risposte adeguate. Ringraziamo chiunque lo abbia amato, da vicino, da lontano. Siamo che anche il nostro piccolo Re della foresta vi abbia voluto bene”.

Tra le persone che hanno voluto esprimere il suo dolore per la scomparsa di Simba c’è anche Luca Trapanese, assessore al Welfare del Comune di Napoli, celebre anche per avere adottato da genitore single e omosessuale Alba, affetta da sindrome di Down: “Simba è morto sereno ed amato nella casa che lo ha accolto dalla nascita. È morto tra le braccia di Marco (promotore della Casa di Matteo, ndr) che lo ha voluto accompagnare in questo momento importante. Siamo fortunati che ci sia una realtà simile e delle persone che la portano avanti con amore e dedizione e non come un semplice lavoro” – sono state le sue parole.

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