Giuseppe De Donno, il medico che avviò la cura anti-covid da plasma iperimmune, si è tolto la vita nel pomeriggio del 27 luglio 2021.

Il primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova aveva 54 anni e si era dimesso dal suo ruolo nella struttura sanitaria i primi di giugno, per iniziare la nuova professione di medico di base a Porto Mantovano. Le circostanze del suicidio, come riporta l’Ansa, non sono chiare, tantomeno quelle del ritrovamento del corpo: pare lo abbiano rinvenuto alcuni parenti.

De Donno, conosciuto in tutta Italia per la sua lotta al Covid, aveva iniziato a trattare i pazienti più gravi con la terapia del plasma iperimmune, assieme a Massimo Franchini, primario della Immunoematologia e Trasfusionale del Poma. Questa pratica nel 2020 era diventata l’unica arma contro il coronavirus, almeno nelle fasi iniziali della malattia e il primario veniva invitato da giornali e trasmissioni televisive per parlarne.

Sull’attività del medico si scatenarono molte polemiche: non tutti erano convinti dell’efficacia della terapia. Lui, però, non perse le speranze e riuscì a ottenere una sperimentazione del suo metodo all’università di Pavia, anche se alla fine la medicina ufficiale non ritenne che quella fosse la cura più indicata per il Covid.

De Donno era conosciuto anche per essere stato il vice sindaco di Curtatone, la sua cittadina. Diplomato al liceo classico, conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia all’università di Modena con 110 e lode e dopo gli studi universitari completò la sua formazione con corsi di perfezionamento in fisiopatologia e allergologia respiratoria, specializzandosi nel 1996. L’ex primario viveva con la moglie Laura Mizzulinich e i loro due figli, Martina e Edoardo. Molti i messaggi di cordoglio, tra cui quello del sindaco di Curtatone, Carlo Bottani: “Giuseppe era una persona straordinaria. Ho avuto il privilegio di essere al suo fianco nella prima fase del lockdown e ho visto quanto si è speso per i suoi pazienti. la storia lo ricorderà per il bene che ha fatto“.

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