Nada Cella, massacrata quasi 30 anni fa: perché si valuta di aprire ora il processo
La giovane segretaria Nada Cella fu assassinata nel maggio del 1996 ma il colpevole non fu mai trovato. Ora nuove prove potrebbero far riaprire il caso.
La giovane segretaria Nada Cella fu assassinata nel maggio del 1996 ma il colpevole non fu mai trovato. Ora nuove prove potrebbero far riaprire il caso.
Nada Cella, una segretaria di uno studio di commercialisti di Chiavari, aveva solo 25 anni quando fu brutalmente assassinata proprio nello studio di via Marsala 14, in cui lavorava ogni giorno. Era il 6 maggio 1996. La giovane morì a seguito di un pestaggio violento. Venne colpita almeno quindici volte sia alla testa che al pube con un oggetto contundente che non fu mai ritrovato.
Si ipotizzò immediatamente che il colpevole potesse essere un visitatore abituale dello studio, dal momento che la porta dell’ufficio non mostrava segni di effrazione. I sospetti ricaddero sul datore di lavoro di Nada, Marco Soracco, e su Annalucia Cecere, una donna che avrebbe desiderato prendere il posto di Nada come segretaria dello studio e che era – pare – sentimentalmente legata a Soracco. Uno dei possibili moventi sarebbe quindi la gelosia. Le indagini dell’epoca però non portarono a nulla.
I sospetti contro Cecere, però, si sono riaccesi in tempi recenti, nel 2019, quando la donna ha minacciato Antonella Pesce Delfino, la criminologa incaricata dalla madre di Nada di riaprire il caso.
Nel 2021, nuove indagini sono state avviate grazie a tecnologie avanzate che hanno rilevato tracce di DNA maschile e femminile su una sedia dell’ufficio e sugli indumenti di Nada. Inoltre, è stata identificata un’impronta digitale. In una telefonata anonima, inoltre, una donna ha dichiarato di aver visto Cecere allontanarsi in fretta e sporca di sangue dall’edificio di via Marsala 14 la mattina dell’omicidio.
Nonostante il caso sia da 30 anni irrisolto, ora le cose potrebbero cambiare. Il 15 febbraio scorso c’è stata l’udienza preliminare non solo con Cecere, ma anche con Soracco e sua madre Marisa Bacchioni come imputati. Il commercialista e la madre sono infatti accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm, perché avrebbero saputo dell’omicidio e avrebbero coperto l’assassina. Questo per tenere segreto un giro sospetto di soldi che riguardava direttamente Soracco.
Tra le 90 pagine di prove dell’accusa, uno dei punti salienti è la nuova comparazione tra il bottone trovato vicino al corpo della vittima e due bottoni simili rinvenuti nell’alloggio di Annalucia Cecere nel 1996. Gli investigatori, all’epoca, avevano effettuato solo un confronto indiretto tramite fotografia, ma l’analisi attuale è molto più approfondita. Sono stati consultati anche i massimi esperti nazionali in materia di bottoni, e secondo le conclusioni, il bottone sul luogo del delitto è compatibile con quelli trovati a casa di Cecere.
Una testimone, vicina di casa di Cecere, ha riferito che quest’ultima aveva fatto avances a Soracco e che il giorno dell’omicidio Cecere era uscita di casa molto presto, stendendo poi i vestiti lavati, inclusi scarpe e stracci. Inoltre, la figlia della vicina ha indicato le 9 come orario di ingresso di Soracco nello studio. La Procura ritiene che Soracco abbia visto Cecere poco dopo l’omicidio, ma lui nega e sostiene di aver trovato il corpo di Nada 15 minuti dopo.
La decisione sul rinvio a giudizio o il proscioglimento è attesa per il primo marzo.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
Cosa ne pensi?