"Cerchiamo famiglia per neonato" il post social del Servizio Affidi scatena la bufera
Un post Facebook del Servizio Affidi di un comune del comasco ha scatenato la polemica: chiedevano aiuto per trovare una famiglia a un neonato di due mesi.
Un post Facebook del Servizio Affidi di un comune del comasco ha scatenato la polemica: chiedevano aiuto per trovare una famiglia a un neonato di due mesi.
Un post molto chiaro, semplice, pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale dell’ente, che ha scatenato le polemiche: “Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Cerchiamo una famiglia disponibile a occuparsi di un neonato di due mesi per un affido a tempo pieno della durata di un anno”.
È questo l’appello condiviso sui social dal Servizio Affidi dell’Asci, l’azienda sociale dei Comuni di Fino Mornasco e Mozzate, in provincia di Como; una richiesta di aiuto che evidentemente non tutti gli utenti hanno apprezzato, rimarcando il proprio disappunto rispetto alle modalità attraverso cui si è scelto di cercare una famiglia per il neonato. Una cosa che qualcuno ha definito “Uno scandalo”, mentre altri hanno usato parole più forti, “Non è un annuncio da mercatino dell’usato”, oppure “Ma seriamente sui social come un annuncio di cani? Non ci sono delle liste?”.
Tutti commenti che, evidentemente, sono stati rimossi o cancellati, e anzi sotto il post, condiviso il 19 giugno scorso, è scomparso un nuovo commento, stavolta dell’Asci, che fa sapere di aver trovato una famiglia per il piccolo in questione.
Già Ilaria Nobile, coordinatrice del Servizio affidi sovradistrettuale, aveva sostenuto la bontà della scelta di condividere l’appello per la ricerca di un affido a mezzo social, in modo da raggiungere il pubblico più ampio possibile: “Lo strumento dei social è stato scelto per la sua forza comunicativa – aveva spiegato ai media – perché può arrivare dove non arrivano le campagne istituzionali. L’obiettivo è sensibilizzare le persone rispetto alla possibilità dell’affido“. Pur dichiarando di comprendere le perplessità legate alla scelta, e anche la reazione emotiva scatenata dalla necessità di un affido per un bambino così piccolo, Nobile aggiungeva di non accettare discussioni “sulle modalità del nostro lavoro che svolgiamo con serietà nell’interesse dei minori”.
Anche perché, ha specificato, le famiglie che si fossero fatte avanti per il neonato avrebbero dovuto seguire il naturale iter di colloqui e accertamenti volti a valutarne l’idoneità; cosa che era già stata chiarita dalla copy del post: “L’esperienza di affido verrà gestita e seguita dal Servizio Affidi, l’ente di riferimento per il territorio degli Ambiti Territoriali di Cantù, Lomazzo-Fino Mornasco e Como che si occupa dell’attivazione di progetti di affido”.
Per quanto abbia suscitato scalpore, comunque, l’iniziativa sembra dunque essere andata a buon fine: come comunicato dall’Asci la famiglia affidataria sarebbe stata trovata.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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