Domenica scorsa il popolare programma televisivo Domenica In ha dedicato un toccante omaggio a Toto Cutugno, scomparso nell’agosto del 2023. In studio, insieme ad ospiti illustri come Ivana Spagna e Lino Banfi, c’era anche l’unico figlio del cantante, Nico, oggi 35enne laureato in Economia alla Bocconi. Il giovane ha condiviso emozionanti ricordi del padre, ripercorrendo insieme a Mara Venier la vita e la carriera del celebre artista.

“Per me era semplicemente il mio papà, lo vedevo spesso, però non avevo idea di chi fosse, che avesse una vita pubblica, che tutti lo conoscessero”, ha dichiarato Nico, nato nel 1989 da una relazione extraconiugale. È stato la moglie di Toto Cutugno, Carla Galli, a spingerlo a riconoscere il figlio. Come raccontato più volte dallo stesso Toto Cutugno: “Carla avrebbe potuto cacciarmi di casa, ma non l’ha fatto. La prima cosa che mi disse fu di riconoscere mio figlio e dargli il mio cognome”. “Il fatto che io sia nato è comunque una cosa che è nata dall’amore. Quindi non c’è niente di sbagliato”, ha commentato Nico.

Ha raccontato di essersi reso conto per la prima volta di avere un padre famoso alla tenera età di 8 anni. “Ero in macchina con lui e in radio c’era una sua canzone. C’era qualcosa che non mi tornava perché il timbro della voce era molto riconoscibile, quindi sembrava un po’ strano perché lui mi aveva detto che faceva l’ingegnere”, ha detto Nico.

“Era comunque un modo per tutelarmi e per proteggere un po’ anche la mia privacy, e probabilmente anche la sua. Poi in realtà l’ho scoperto perché a un certo punto è uscito questo articolo sui giornali e quindi me l’hanno dovuto dire e in particolare è stato il mio bisnonno a dirmelo. Venne da me e mi disse: “Nico, tuo padre è Toto Cutugno“, mi ha spiegato che era un cantante. In modo molto diretto, senza fare tanti giri. Perché mia mamma non mi disse nulla? L’ho sempre vista come una forma di tutela”.

Il 35enne ha poi aggiunto di essersi talvolta sentito intimidito dal forte carisma del padre. “Nella mia crescita c’è stato un periodo in cui la sua personalità comunque l’ho subita perché era effettivamente molto carismatico, molto presente diciamo. Però io ho sempre avuto un rapporto di dialogo con lui, nel senso che si poteva parlare, si dialogava e tutto ma trovo che il modo in cui lui capiva meglio era attraverso la musica”.

Con Toto, Nico ha avuto un rapporto molto stretto: “Ho sempre sentito molto amore da parte sua, era molto alla mano anche con i miei amici dovunque andassimo, era sempre molto scherzoso ma ci teneva al tempo stesso che io avessi diciamo quelle due o tre regole di rispetto, educazione”.

Nico ha poi affrontato il difficile argomento della malattia del padre: “La prima volta che gli hanno trovato un tumore avevo diciott’anni. L’ha comunque vissuta a modo suo, nel senso che era come se lui quasi non avesse accettato questa cosa e quindi, invece di fare un decorso come tutti, non si è mai fermato e non si è preso del tempo per curarsi e per stare tranquillo”. Nico ha ricordato che il padre era capace di fare la chemio durante la settimana e di esibirsi nei concerti durante i weekend. “Addirittura anche quando perse i capelli si era inventato questa cosa che era per partecipare a una fiction. È riuscito a combattere con grande coraggio, è stato un’enorme fonte di ispirazione vedere come proprio non si piegava a questa malattia”.

E ha aggiunto: “Aveva ottant’anni papà io ne ho trentaquattro, quindi il pensiero di perderlo c’è l’ho sempre avuto. Era una cosa che mi metteva grande paura il pensiero del dopo, perché è sempre stata una figura per me centrale. E quindi questo passaggio, questo messaggio se vogliamo chiamarlo così, non è stato tanto verbale ma è stato il fatto che comunque abbiamo condiviso letteralmente gli ultimi giorni della sua vita. Con grande tenerezza, grande affetto”.

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