I nuovi dati Oms sulla mortalità materna sono estremamente preoccupanti. Secondo l’analisi, nel mondo una donna muore ogni 2 minuti per cause legate alla gravidanza o al parto e i progressi nella riduzione di questi decessi sono minimi dal 2015.

Nel documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con i dati dello studio si evince che la principale causa di morte delle madri a livello globale è l’emorragia postpartum (Pph), cioè il sanguinamento eccessivo dopo il parto, che secondo i dati causa 70.000 vittime ogni anno, e causando tra coloro che sopravvivono disabilità e traumi psicologici che durano anni.

Il sanguinamento grave durante il parto è una delle cause più comuni di mortalità materna, ma è altamente prevenibile e curabile”, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, “questa nuova tabella di marcia traccia un percorso verso un mondo in cui più donne possano avere un parto sicuro e un futuro sano con le loro famiglie”, ha aggiunto, riferendosi al nuovo piano dell’Oms per ridurre le morti legate alla maternità.

Oltre l’85% dei decessi dovuti all’emorragia post-partum si verifica nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia meridionale. I fattori di rischio comprendono anemia, anomalie placentari e altre complicazioni in gravidanza come infezioni e preeclampsia.

Affiancando lo studio, l’Oms ha tracciato una roadmap per coprire le ampie disparità nei tassi di sopravvivenza delle madri da Paese a Paese che derivano da diverse circostanze, come forti disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari essenziali, mancanza di operatori sanitari e risorse mediche.

I primi step del nuovo piano Oms comprendono lo sviluppo di nuove linee guida sulla prevenzione, l’individuazione e la cura delle patologie, la ricerca per fornire innovazioni e aumentare l’accesso a interventi comprovati, l’istituzione di un nuovo meccanismo di appalto per migliorare l’offerta di medicinali e prodotti di base di alta qualità, il sostegno e la sensibilizzazione alle patologie e, a livello nazionale, formazione e miglioramenti delle strutture sanitarie.

L’Oms ha sottolineato che l’eventuale sanguinamento dopo il parto deve essere rilevato e trattato molto rapidamente. “Troppo spesso, tuttavia, le strutture sanitarie mancano degli operatori sanitari o delle risorse necessarie, compresi i beni salvavita come l’ossitocina, l’acido tranexamico o il sangue per le trasfusioni”, ha aggiunto.

Affrontare l’emorragia postpartum richiede un approccio su più fronti incentrato sia sulla prevenzione che sulla risposta, prevenendo i fattori di rischio, ha dichiarato Pascale Allotey, direttrice dell’Oms per la salute sessuale e riproduttiva e Hrp, il programma speciale delle Nazioni Unite per la ricerca, lo sviluppo e la formazione nel campo della riproduzione umana, “Ogni donna, indipendentemente da dove vive, dovrebbe avere accesso a cure di maternità tempestive e di alta qualità, con operatori sanitari qualificati, attrezzature essenziali e scaffali riforniti di prodotti adeguati ed efficaci: questo è fondamentale per trattare le emorragie post partum e ridurre le morti materne”.

La roadmap con il piano dell’Oms è stata sviluppata con l’aiuto di più di 130 esperti in diversi settori, mentre l’attuazione sarà guidata da un comitato direttivo interdisciplinare.

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