Olanda, via libera all'eutanasia per i bambini sotto i 12 anni con malattie incurabili

I medici olandesi chiedevano ormai da tempo che potesse essere colmato un vuoto normativo per aiutare i bimbi per cui le cure palliative non alleviano i sintomi: riguarderà tra i 5 e i 10 pazienti l'anno.

In Olanda il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera per rendere legale l’eutanasia per i bambini affetti da malattie incurabili nell’età compresa tra uno e dodici anni. Si tratta di una norma che segue le linee guida indicate dal Ministro della Salute Ernst Kuipers nel 2022. 

Finora il protocollo era valido esclusivamente per i neonati, mentre ora potrà essere applicato anche ai bambini di età non superiore ai 12 anni “che soffrono in modo insopportabile e per i quali le opzioni di cure palliative non sono sufficienti ad alleviare i sintomi”. Sulla base delle stime effettuate dal governo, a beneficiare del provvedimento potrebbero essere tra i 5 e i 10 bambini l’anno.

Era ormai da diverso tempo che i medici in Olanda manifestavano la necessità di un provvedimento che potesse colmare quello che, a loro giudizio, era ritenuto un vuoto normativo.

Si tratta di una questione particolarmente complessa che riguarda situazioni molto dolorose – sono state le parole di Kuipers a DutchNews – Sono lieto che, dopo un’intensa consultazione con tutte le parti coinvolte, abbiamo raggiunto una soluzione per aiutare questi bambini, i loro genitori e anche i loro medici“.

L’eutanasia, però, è bene precisarlo, sarà possibile solo per quei casi in cui può essere ritenuta l’unica soluzione possibile per porre fine alle sofferenze del bambino malato. “Stiamo parlando di bambini che sono così malati che la morte è inevitabile e si prevede che moriranno presto” – ha voluto sottolineare ulteriormente Kuipers.

Sono state inoltre determinate alcune condizioni che dovranno verificarsi affinché la procedura possa essere messa in atto. La pratica dovrà avvenire “con assistenza medica“. Il medico deve comprendere sulla base delle “conoscenze mediche prevalenti, che il bambino stia soffrendo in modo disperato e insopportabile“, oltre a dover chiedere un parere a un collega per eliminare ogni tipo di perplessità. Non solo, il dottore dovrà inoltre ritenere che non ci sia altra opzione per alleviare le sofferenze del bambino, condividere “completamente la diagnosi e la prognosi con entrambi i genitori e discuterne con il bambino in un modo adeguato alla sua comprensione”. Da parte di chi che porterà avanti la procedura non dovranno poi esserci dubbi sul fatto che il via libera sia avvenuto “contro la volontà del bambino“, oltre a parlare apertamente con paziente e famiglia, sottolineando che “l’interruzione della vita è l’unica possibilità ragionevole per eliminare la sofferenza”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!