Ondina Valla, la donna che ha cambiato la storia dello sport italiano

Scomparsa il 16 ottobre 2006, è stata la prima atleta del nostro Paese a vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi. E, soprattutto, ad abbattere i pregiudizi sulla partecipazione di una ragazza alle competizioni.

Trebisonda Valla, nota a tutti come Ondina, è stata e continua ad essere un punto di riferimento per lo sport femminile italiano: è stata la prima donna a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Nata a Bologna nel 1916, è stata fin da giovanissima una promessa dell’atletica. La prima campionessa olimpica del nostro Paese è scomparsa il 16 ottobre 2006, esattamente 15 anni fa.

Il suo nome così particolare è stato scelto da suo padre, che riteneva l’omonima città turca una delle più belle del mondo; ma ben presto Valla è diventata famosa con il soprannome di Ondina. A soli 14 anni ha vestito per la prima volta la maglia della nazionale, diventando campionessa italiana assoluta. Due anni dopo, appena sedicenne, era pronta per partecipare ai Giochi Olimpici di Los Angeles 1932, ma non le fu permesso: “Sarei stata l’unica donna della squadra di atletica e così mi dissero che avrei creato dei problemi su una nave piena di uomini. E che non era accettabile vedere una donna correre svestita oltreoceano. La realtà è che il Vaticano era decisamente contrario allo sport femminile“, aveva raccontato dopo la vittoria a Berlino.

Una vittoria che è arrivata proprio in Germania, nel 1936, nell’edizione delle Olimpiadi segnata dal regime nazista. Ondina si è qualificata per la finale degli 80 metri ostacoli, vincendo la semifinale con il tempo di 11 secondi e 6 decimi, che ha fatto segnare il record mondiale. La medaglia d’oro, invece, Ondina l’ha conquistata lottando duramente con le sue avversarie, tanto che si è dovuto ricorrere al fotofinish, una tecnologia che per la prima volta era a disposizione delle gare sportive grazie ai fondi stanziati dal Terzo Reich.

Nonostante la sua impresa, accade spesso che Trebisonda non sia ricordata come merita: un destino che accomuna tutti quegli atleti che hanno ottenuto i loro successi durante il ventennio fascista. Un periodo storico che ha decisamente influenzato la storia dello sport italiano: basti pensare che Ondina, divenuta campionessa olimpica, è stata considerata come esempio della sana e robusta gioventù nazionale (facendo cambiare idea a Mussoli, che fino a quel momento non vedeva di buon occhio lo sport femminile) e che è salita sul gradino più alto del podio facendo il saluto romano (o, più probabilmente, è stata costretta a farlo).

Ciò che resta, però, è il fatto che sia stata una donna capace di imporsi in un mondo che fino a quel momento era stato prevalentemente maschile. Ondina ha superato i pregiudizi secondo i quali per una ragazza sarebbe stato sconveniente e indecoroso partecipare alle gare sportive, perché non era compito delle donne quello di dimostrare quella prestanza fisica che era fondamentale per il regime. Pregiudizi che, oltretutto, aveva anche la sua stessa madre.

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