È a suo modo una svolta importante, l’elezione ad ambasciatrice italiana in Iran di Paola Amadei; per la prima volta a svolgere il ruolo diplomatico sarà una donna, che ha ricevuto il gradimento da parte di Teheran ed è quindi pronta a guidare l’ambasciata.

Romana, classe 1964, Amadei ha iniziato la sua carriera nel 1992, spostandosi da Singapore a Mascate, fino al più recente incarico, nel Bahrein. Nel mezzo, una lunga esperienza a Bruxelles, dove è stata, tra le altre cose, anche coordinatrice della politica commerciale e delle relazioni Transatlantiche presso la Rappresentanza permanente. Dopo l’impegno in Oman il ritorno a Roma, dove nel 2017 è stata anche consigliere diplomatico dell’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti, prima dell’ultimo incarico nel Paese mediorientale.

Amadei ha detto di essere “orgogliosa di rappresentare l’Italia in Iran, due Paesi eredi di antiche civiltà e portatori di culture millenarie che si sono sempre attratte e arricchite reciprocamente. Oggi più ancora che in passato i nostri due Paesi condividono la responsabilità di adoperarsi per la pace e la prosperità”.

Perché abbiamo parlato di svolta epocale? La nomina di Amadei a Teheran arriva due anni dopo l’ondata di proteste seguite alla morte di Mahsa Amini, che hanno dato il la al movimento di disobbedienza civile portato avanti dalle donne iraniane, che reclamano per riappropriarsi di libertà e autonomia. L’Italia, che da sempre rappresenta uno snodo cruciale nei rapporti tra Teheran e l’Europa, è chiamata a mantenere aperta la linea di comunicazione con i Paesi mediorientali, in un contesto in cui il conflitto israelo-palestinese, ma anche quello fra Russia e Ucraina, rischia costantemente di sconvolgere gli equilibri delle relazioni internazionali.

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