Essere la versione migliore di noi stessi richiede molto impegno. Un impegno estremamente schematizzato all’interno di una rigida routine da compiere, giorno dopo giorno, per essere “quella ragazza”, almeno secondo il trend di TikTok e l’hashtag #ThatGirl, che ha già più di 6 miliardi e mezzo di followers.

Sveglia alle cinque e mezzo, bullet diary, yoga e colazione. No, niente latte e biscotti: frutta esotica, yogurt, muesli, semi sono gli ingredienti che non possono mancare. Un numero sempre maggiore di utenti di Tiktok spinge se stesse e la propria community a meditare, fare sport, bere succhi multivitaminici, essere produttivi e fare dell’ordine un mantra. Tutto questo, prima delle sette del mattino. Alle sane abitudini, ovviamente, è abbinata una specifica estetica, come accade anche nel caso del trend (molto controverso) della Clean Girl.

Secondo Janira Planes, esperta di social network e cultura di Internet e CCO di Wuolah, questi contenuti sono una parte di quella che definisce “pornografia della produttività“, in cui prevalgono l’ottimizzazione del tempo, del lavoro e dell’io. Come ha spiegato a El Pais,

Personalmente, lo adoro, ma a volte mi fa un po’ ridere, perché le ragazze che possono essere “quella ragazza” sono in genere bianche, studentesse (o forse non lavorano), non devono mantenersi e gli appuntamenti nei loro calendari sono solo mangiare con la madre o fare commissioni. Quindi non mi sorprende che possano essere “quella ragazza”.

Della stessa opinione è anche Júlia Ávila, agente pubblicitaria e rappresentante degli influencer:

Questa idea è stata molto romanzata. È qualcosa a cui aspirare, ma anche impossibile. Ci sono persone che, con il loro programma, potrebbero essere in grado di farlo, ma per il resto può essere molto tossico e opprimente vedere che ci sono persone che ammiri che fanno questo genere di cose.

Certo, aggiunge, si tratta di un prodotto “estetico e bello” da vedere, ma la realtà è molto diversa. Quante persone possono trovare posto per il diario, lo yoga e il tè matcha prima delle 8? Quanto è fattibile per una donna avere quelle tre ore in cui dedicarsi alla routine mattutina prima di iniziare la giornata lavorativa? E, soprattutto, “quella ragazza” lo fa anche lontano dai riflettori?

Ci sono giorni in cui mi sveglio e non ho voglia di essere “quella ragazza”. Molte volte, il tipo di account che condividono queste routine non ne tiene conto. Ti vendono solo lo stile di vita. Quindi, quando ho uno di quei giorni, non posso fare a meno di sentirmi in colpa.

A parlare è Andrea Villamil, che cerca di seguire una routine mattina ispirata da quelle di TikTok. Nella pornografia della produttività, domina il mantra “se vuoi, puoi”: l’insistenza è sulla volontà, piuttosto che sulla possibilità (e anche l’opportunità) di adottare un certo stile di vita. Un pensiero tossico, che porta molte persone a non sentirsi all’altezza e diventare ipercritici abbattendo la propria autostima. Prima di chiederci se possiamo – o vogliamo – dovremmo quindi chiederci “dobbiamo?”.

Oltre alla difficoltà a seguire quotidianamente la routine, poi, c’è poi l’aspetto dell’estetica, che non riguarda solo il look personale, ma si allarga fino a includere tutto ciò che ci circonda: non è un caso che ai video di “quelle ragazze” si accompagnino spesso video in cui si spiega come riprodurla a basso costo acquistando su Amazon. Come ricorda El Pais,

Tra gli acquisti c’è un altoparlante wireless che ricarica anche il cellulare, una brocca d’acqua trasparente, un ulivo artificiale, una testiera del letto con colori neutri e un piccolo ferro da stiro per stendere le lenzuola in modo che non si stropiccino neanche minimamente. Il trend va oltre le quattro mura e arriva alle auto, che diventano quelle di un’autentica T hat Girl o acquisti variegati come adesivi glitterati sulle maniglie, un beauty kit o un piccolo aspirapolvere Tesla da abbinare alla marca del veicolo. È, oltre all’esaltazione dell’estetica, il materialismo reso di moda.

Secondo la psicologa Valeria Perris,

la tendenza That Girl tende a “spettacolarizzare la vita” ed è un altro esempio di come i social network spesso ci mostrino la vita perfetta di persone che sono altrettanto perfette. L’errata convinzione che esista la perfezione espone l’utente a rischi enormi, perché lo spinge a rifiutare le parti che teme non riceveranno l’accettazione desiderata. In questo modo gestire il nostro rapporto con l’esterno ci fa perdere di vista il nostro mondo relazionale: l’opinione degli altri è ciò che ci rende reali, ciò che legittima ciò che siamo, ma, paradossalmente, siamo soli nella nostra stanza. Nessuno ci vede davvero.

Per questo, un altro trend si sta diffondendo, proprio in risposta a questa impeccabile immagine patinata: piatti sporchi nel lavandino, sveglia in ritardo, vestiti normali e abitudini normale. Vite imperfette, democratiche, comuni: forse non saranno “quella ragazza” ma sicuramente sono vere, reali.

 

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