Gli utenti del web si sono divisi davanti al nuovo spot di Esselunga, che ha per protagonista una bambina che tenta di far riappacificare i genitori separati.

Lo spot ha come protagonista una bambina piccola, che va a fare la spesa con la mamma e le fa comprare una pesca. Lo spot, infatti, si intitola proprio “La pesca”. Lo spot prosegue mostrando scene di vita domestica tra la mamma e la bambina, finché non suona il campanello e il padre passa a prendere la figlia. La bambina, di soppiatto, prende la pesca comprata da Esselunga e quando il padre la fa entrare in macchina gliela consegna, dicendo che quella gliela manda “la mamma”. Il padre, con sguardo sognante, fissa la finestra per vedere la donna, che però non c’è, e dice alla bambina che chiamerà la mamma per ringraziarla, per poi partire contento.

Se da un lato gli utenti del web hanno apprezzato la tenerezza dello spot di Esselunga, comprendendo i sentimenti di una bambina che soffre per la separazione dei genitori e tenta, in modo innocente, di farli riappacificare, una parte sostanziosa dei social ha condannato lo spot per enfatizzare il divorzio in connotazione negativa.

Il primo problema di questa pubblicità, ha riflettuto in un post il magazine Aestetica Sovietica, è l’idea che la famiglia unita sia sinonimo di famiglia felice, quando in molti casi è una forma di liberazione da varie forme di oppressione e dinamiche famigliari che incidono negativamente proprio sui bambini, vittime di un ambiente tossico.

Ma la cosa peggiore è il sentimento che quasi certamente questo post potrà innescare in una coppia di genitori separati: un feroce, disumano, giudicante senso di colpa”, continua Aestetica Sovietica, magazine che tratta di analisi sociale, linguaggio della politica, stereotipi di genere e rappresentazione delle minoranze, aggiungendo come sia “incredibile” il fatto che si debba ancora difendere, nel 2023, il divorzio a 53 anni dalla legge che lo rese possibile.

Questo segna con grande efficacia il termometro del nostro Paese in fatto di famiglia”, aggiunge Aestetica Sovietica.

Un altro punto problematico della pubblicità di Esselunga è il fatto che si sottintende che sia stata la madre a troncare il rapporto: il padre, infatti, dopo aver ricevuto la pesca, illudendosi che sia stata la sua ex a regalargliela, alza lo sguardo sperando sognante di vederla. Anche in questo caso, la “colpa” di aver reso tutti infelici è della donna.

Le aziende, nel 2023, potrebbero evitare di stigmatizzare quello che spesso costituisce un rimedio a situazioni di grave oppressione. E che non passi il messaggio che sia giusto sacrificarsi per i figli”, conclude Aestetica Sovietica nel suo post di denuncia.

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