Il corpo di Rita Roberts, identificato 30 anni dopo la sua uccisione e quello delle donne assassinate senza nome

Il corpo della donna è stato identificato grazie ad un tatuaggio dopo trent’anni dal suo ritrovamento. Ecco la campagna dell’Interpol per identificare i corpi delle donne.

Il corpo di Rita Roberts, cittadina britannica di 31 anni sparita nel 1992 mentre si trovava ad Anversa, in Belgio, è stato identificato. Il suo cadavere, rinvenuto pochi giorni dopo il suo ultimo contatto con la famiglia, era rimasto senza nome per trent’anni in quanto irriconoscibile: ora, però, l’Interpol è riuscito a risalire alla sua identità.

La giovane, che nel febbraio di quell’anno era partita da casa sua, a Cardiff, per andare a trovare dei parenti, era probabilmente stata uccisa e poi gettata in un fiume ad Anversa, dove era stata ritrovata incastrata in una grata dalla polizia belga, pochi giorni dopo il fatto.

Poi, la svolta: nel maggio del 2023, infatti, l’Interpol ha lanciato la campagna “Identificami, con lo scopo di stabilire l’identità di 22 donne ritrovate tra Paesi Bassi, Belgio e Germania, quasi tutte vittime di omicidi poi rimasti irrisolti per lungo tempo, anche oltre 50 anni.

Per favore, guardate le facce di queste donne, i loro vestiti, anelli e collane. Potrebbe essere una vostra amica scomparsa? Vostra cugina, una collega? La vostra paziente o la vostra vicina che si è improvvisamente trasferita? Voi potete aiutarle. Ridate a queste donne la loro identità”, era l’appello del video messo sui social dall’Interpol. Sul loro sito, poi, alcune informazioni su ciascun corpo: data stimata della morte, giorno e luogo del ritrovamento, altezza, segni particolari.

È proprio grazie a questa iniziativa che la famiglia di Rita Roberts ha potuto risalire alla sua identità: secondo quanto riportato dall’Interpol stessa, infatti, la famiglia ha riconosciuto il suo tatuaggio, un fiore nero con foglie verdi. “La notizia per noi è stata scioccante e straziante. La nostra Rita, una donna amorevole e dallo spirito libero, è stata crudelmente portata via”, ha detto la famiglia in una dichiarazione condivisa dall’Interpol stessa. “Anche se la notizia è stata difficile da elaborare, siamo incredibilmente grati di aver scoperto cosa è successo a Rita”.

C’è una terribile contraddizione: siamo orgogliosi di aver potuto lavorare con i paesi membri, siamo orgogliosi di essere stati in grado di identificare questa povera donna, Rita, ma siamo anche devastati per la famiglia perché ha perso una persona cara in circostanze brutali”, ha infine dichiarato Stephen Kavanagh, capo dei servizi di polizia dell’Interpol.

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