Saman Abbas, la rivelazione del cugino: "Abbiamo giurato sul Corano"
Ikram Ijaz, in cella per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, avrebbe rivelato a un compagno di cella l'accordo sottoscritto con gli altri parenti della ragazza.
Ikram Ijaz, in cella per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, avrebbe rivelato a un compagno di cella l'accordo sottoscritto con gli altri parenti della ragazza.
Ormai non sembrano esserci più dubbi su cosa sia accaduto a Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara (Reggio Emilia), dove viveva con la famiglia, il 30 aprile 2021. Sin da subito, infatti, si è pensato che a ucciderla fosse stato uno dei suoi parenti a causa della sua scelta di non voler sottostare a un matrimonio combinato dai suoi genitori, ipotesi confermata da uno dei suoi cugini.
Ikram Ijaz, che si trova in carcere con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, avrebbe infatti detto che la giovane sarebbe stata strangolata e poi fatta a pezzi, per poi gettare i resti del suo corpo nel Po.
Nel corso del suo racconto il ragazzo avrebbe inoltre parlato di un giuramento sul Corano fatto da tutti i familiari che hanno preso parte al delitto e lo hanno così avvallato. Almeno inizialmente, infatti, sarebbe stata presente anche la mamma, poi fatta allontanare nel momento in cui avrebbe iniziato a piangere.
Quella notte i genitori di Saman Abbas, Shabbar e Nazia, che sono latitanti in Pakistan, lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, avrebbero stretto un “patto del silenzio con giuramento religioso sul Corano”. Sulla base di quanto stabilito, nessuno di loro avrebbe dovuto rivelare come si era svolto il delitto né chi vi aveva partecipato.
Il detenuto che ha ascoltato la testimonianza del cugino della ragazza ne ha parlato con la polizia penitenziaria, che ha deciso di utilizzarla in occasione del processo, che prenderà il via il 4 febbraio 2023.
Al momento gli imputati sono cinque, ma l’uccisione sarebbe avvenuta alla presenza anche di altre persone, di cui non sono stati però fatti nomi e che per questo non saranno coinvolti nelle udienze. Pensare di ritrovare il corpo, o almeno quello che ne resta, sembra essere però impossibile. Una volta gettato, “Sono tornati tutti a casa e hanno bruciato i vestiti indossati per evitare che le forze di polizia potessero trovare tracce di sangue della povera Saman”, questo quanto rivelato dal compagno di cella del cugino della sfortunata giovane.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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