L’ennesimo femminicidio in Italia, stavolta accaduto a Padova: Sara Buratin, di 41 anni, madre di una ragazza di 15 anni, è stata uccisa con diverse coltellate nel cortile della casa di sua madre, che era andata a trovare a Bovolenta (Padova).

Come riporta la stampa, è stata proprio la madre a scoprire il cadavere di Sara Buratin, nel cortile dietro casa sua. La donna, che ha accusato un malore per lo shock, ha chiamato i soccorsi: sul posto sono arrivati i Carabinieri del nucleo investigativo di Padova, il medico legale, e il magistrato Sergio Dini.

Sara Buratin è morta velocemente, a causa delle gravissime ferite, e i medici non hanno potuto fare altro che constatare la sua morte al loro arrivo. L’arma del delitto è un coltello da lavoro, trovato proprio nel cortile dagli agenti.

I Carabinieri di Padova stanno ora cercando il marito di Sara Buratin, Alberto Pittarello, caldaista 39enne, che si è reso irreperibile. Gli agenti, dopo averlo cercato per ore, stanno ipotizzando che il furgone dell’uomo sia finito nel fiume Bacchiglione: sulla strada che costeggia l’argine, in località di Cà Molin, sono infatti stati trovati segni di penumatici, con una direzione che porta verso il fiume.

I sommozzatori dei vigili del fuoco, giunti da Venezia, hanno tentato una prima immersione nella giornata di ieri, ma sono stati costretti a fermarsi a causa della corrente del fiume, che attualmente è in piena. I vigili del fuoco hanno confermato all’ANSA che al momento non è stato possibile recuperare il mezzo.

Le forze dell’ordine stanno ora aspettando una barca dotata di sonar che consentirebbe di individuare con certezza la presenza del furgone sott’acqua, se davvero è finito nel fiume. L’ipotesi di un piano suicida da parte del marito di Sara Buratin, dopo averla uccisa, è al momento quella più accreditata, a causa dell’irreperibilità dell’uomo e i sospetti sul furgone finito nel fiume.

Il femminicidio di Sara Buratin accade a un giorno di distanza da quello di Maria Batista Ferreira, anche lei uccisa a coltellate, a Fornaci di Braga (Lucca). Il marito della donna, Vittorio Pescaglini, ha confessato il femminicidio e nella giornata di ieri, dopo l’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Castelnuovo Garfagnana, è stato trasferito nel carcere di Lucca con l’accusa di omicidio volontario, con gli inquirenti che stanno ora valutando l’aggravante della premeditazione.

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