Sara Pedri: licenziato l'ex primario di ginecologia del Santa Chiara di Trento

La scomparsa della 32enne di Forlì ha portato alla luce le continue vessazioni in cui Saverio Tateo faceva lavorare i suoi assistenti. L'uomo e la sua vice, Liliana Mereu sono inoltre indagati per presunti maltrattamenti. La difesa annuncia il ricorso.

L’ex primario del reparto di ginecologia e ostetricia del Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, è stato licenziato per “elementi di criticità oggettiva” nella gestione dell’unità operativa. Tutto è partito dalla scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa di 32 anni di cui non si hanno più notizie dal 4 marzo 2021, subito dopo il suo trasferimento dall’ospedale di Trento a quello di Cles da cui si era dimessa 24 ore prima della sparizione.

La 32enne forlivese che lavorava nel reparto da lui gestito, aveva denunciato un clima di tensione talmente forte da renderle la vita impossibile. Sara non fu l’unica a trovare difficoltà sul luogo di lavoro al Santa Chiara. Tanto da portare il ministero della salute a indagare sulla situazione, attraverso una lunga serie di audizioni.

Il provvedimento è stato ufficializzato dall’azienda sanitaria provinciale, dopo il parere favorevole del Comitato dei garanti chiamato a valutare la risoluzione del rapporto professionale alla luce dei risultati della commissione d’inchiesta istituita dall’azienda sanitaria stessa da cui erano emersi appunto “elementi di criticità oggettiva” nella gestione dell’unità operativa.

Sulla vicenda sta indagando anche la procura che ha iscritto nel registro degli indagati l’ormai ex primario Tateo, e la sua vice, Liliana Mereu, oggi trasferita in altra struttura fuori regione, per presunti maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione ai danni di 14 medici e operatori sanitari del reparto, tra cui Sara Pedri. La difesa però annuncia ricorso. Il professor Vincenzo Ferrante, legale di Saverio Tateo, a TgCom 24 ha detto: “Non ci sono fondamenti che giustifichino il licenziamento. Lo proveremo davanti al giudice del lavoro”.

Su questo dramma c’è stato un muro di omertà incredibile – ha dichiarato sulle pagine della Stampa Emanuela Pedri, sorella della donna scomparsa -. Oggi c’è una sensibilità diversa: ciò che è successo a Sara non può andare perso. Ci affidiamo alla magistratura perché faccia luce su quanto accadeva in quel reparto. Noi aspettiamo solo una telefonata che ci dica che hanno ritrovato la nostra Sara”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!