È polemica a Verona per un cartellone affisso in uno stand dagli organizzatori della manifestazione “Verona Sposi”, in programma il fine settimana appena passato del 3/4 febbraio all’ex Arsenale, che recitava: “Sposa chi vuoi”. Un messaggio evidentemente gay friendly e che non è piaciuto all’amministrazione comunale della città dell’amore, la quale ha chiesto immediatamente la sua rimozione.

La polemica è presto servita, quindi. Da un lato l’amministrazione comunale di Verona ha fatto rimuovere il cartellone nello stand di My Eve perché “contrario alla famiglia tradizionale”, dall’altra parte, invece, gli organizzatori, gli ideatori del cartellone e, in generale, i sostenitori del pensiero gay friendly difendono il diritto ad esporre lo slogan.

Ci hanno detto che quell’immagine e lo slogan avevano creato disturbo all’amministrazione che ci ha concesso l’immobile, – hanno dichiarato gli organizzatori a L’Arena – chiedendo che venissero subito rimossi

Ho tolto tutti i cartelli con lo slogan ma resto convinta di non aver fatto nulla di sbagliato. I matrimoni civili sono legge dello Stato. Sono cattolica praticante ma non vedo niente di male in quello che sto facendo, spiega a L’Arena l’imprenditrice di My Eve Silvia Cassini, la wedding planner ideatrice dello slogan.

Una scelta, quella di rimuovere la locandina, dettata dalla linea dell’amministrazione com e spiega l’assessore al Patrimonio e Demanio Edi Maria Neri ai microfoni de L’Arena.

“È una questione di coerenza con il pensiero di questa amministrazione. Questo slogan non è passato perché il riferimento era il contrario della famiglia tradizionale: il target, l’ideologia a cui si rifà questa amministrazione”.

Arriva una dichiarazione anche dal movimento Circolo Pink di Verona, che in merito alla censura del Comune scrive in un post su Facebook: “Verona sempre meno città dell’amore e sempre più patria dei diritti negati. Giulietta e Romeo si stanno rivoltando nelle loro tombe, ammesso che siano esistiti, perché in queste ore per ben due volte Verona ha tradito la sua missione di città dell’amore”.

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