Drogata e stuprata in casa, Stefania Loizzi sceglie di mostrarsi: "Loro devono nascondersi"
In un’intervista la donna, che ha denunciato l'operatore ecologico Ubaldo Manuali per stupro, si racconta: “Non ho paura di mostrarmi, sono una vittima”.
In un’intervista la donna, che ha denunciato l'operatore ecologico Ubaldo Manuali per stupro, si racconta: “Non ho paura di mostrarmi, sono una vittima”.
Sarebbero tre le presunte vittime di Ubaldo Manuali, l’operatore ecologico di Fiano Romano arrestato per violenza sessuale e diffusione di immagini sessualmente esplicite: una di queste è Stefania Loizzi, che per l’occasione è stata intervistata da Repubblica. La donna, ex banconista di gelateria, era stata la prima a denunciarlo.
“Mi ha chiesto l’amicizia su Facebook a fine 2020. Ho visto che in comune avevamo un’amica. Lei mi ha detto che era una persona tranquilla e simpatica e allora ho accettato l’amicizia”, racconta. L’uomo, 59 anni, pare adescasse le sue future vittime proprio sui social, per poi, secondo le testimonianze, chiedere vedersi di persona e sedarle durante l’incontro. A riprova di questo, ci sarebbero alcune foto di donne in stato di incoscienza inviate agli amici.
“Ci vedevamo sempre fuori casa, lui faceva delle foto anche se io non volevo. Poi mi ha detto che gli interessavo come persona. Gli ho risposto che potevamo essere solo amici. Sono passati dei mesi senza vederci”, racconta Loizzi alla giornalista Romina Marceca.
Poi, la sera del 14 gennaio 2023, “(…) mi ha chiamato, avevo un braccio ingessato per una frattura, avevo perso da poco mia mamma. Era un brutto periodo. Prima mi ha detto che passava a prendermi e che cenavo a casa sua. Non volevo, non mi andava, poi ho accettato”.
Sì, mi ha richiamata dicendo che portava la cena a casa mia: dall’antipasto al dolce, fino al vino. Ero giù, ho accettato. Una volta a casa mia ha aperto il prosecco per fare un brindisi. Ho bevuto e mi ricordo solo che ero andata in cucina a prendere le patate. Poi, il buio.
Infine, la donna racconta di essersi risvegliata nel proprio letto, con l’uomo sdraiato accanto. “Lui mi ha risposto che mi ero sentita male e che non voleva lasciarmi sola. Ho avuto la forza di voltarmi e ho visto che era senza pantaloni ma sono crollata”. Poi, la visita in ospedale la mattina seguente: nel sangue, la droga dello stupro. A riprova della presenza dell’uomo in casa di Loizzi, gli inquirenti hanno trovato il suo DNA.
E la denuncia: “Ho visto alcune foto ma c’è anche un video che ha girato ai suoi amici del calcetto. Si faceva grande con i suoi amici che mi fanno schifo tanto quanto lui perché avrebbero dovuto denunciare. L’ho fatto io, invece, lo stesso giorno della visita. E se tornassi indietro lo rifarei di nuovo”. E dice di non provare vergogna nel mostrarsi: “Sono una vittima”.
L’ho denunciato subito e metto la mia faccia sul giornale per tutte quelle donne vittime come me. Non dobbiamo avere paura dei nostri ‘No’. Dobbiamo mostrarci perché siamo le vittime, non i carnefici. Loro devono nascondersi.
Nel frattempo, le indagini continuano. A casa dell’uomo, gli inquirenti hanno trovato la scatola di un farmaco sedativo, il Lormetazepalm, oltre al suo smartphone, dove erano contenute le immagini delle donne sedate. Nel frattempo, la figlia lo difende: “Mio padre non aveva bisogno di fare queste cose, a lui le donne non sono mai mancate (…) Purtroppo viviamo in una generazione in cui la donna subisce tanti abusi e ci sono anche tante donne che purtroppo sono malate”, ha dichiarato a Mattino 5, come riportato da Open.
A tale proposito, Stefania Loizzi dice: “Io so solo che un giorno mi inviò le foto di sua figlia che nel camerino stava provando biancheria intima. Spero si faccia chiarezza anche su questo”.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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