Stop alle bollette ogni 28 giorni: ecco come ottenere i rimborsi

Le compagnie telefoniche dovranno rimborsare gli utenti non essendosi ancora adeguati alla legge (che prevede lo stop delle bollette ogni 28 giorni): le associazioni dei consumatori si stanno mobilitando per sostenere eventuali ricorsi.

Il Governo ha deciso di usare il pugno di ferro verso le compagnie telefoniche e le pay tv che in questi mesi hanno imposto bollette a 28 giorni con un aggravio di spese per gli utenti. Le mensilità, in un anno, sono diventate 13 costringendo i consumatori a pagare un mese in più. Le disposizioni contenute nella legge 172 del 4 dicembre 2017 e poi nella delibera del 19 dicembre dell’Agcom prevedono obblighi a carico dei gestori e soprattuto rimborsi a favore degli utenti, come scrive il Corriere.it in un approfondimento.

La legge 172 del 4 dicembre 2017, infatti, prevede l’assoluto divieto di fatturazione a 28 giorni che ha consentito agli operatori telefonici e televisivi di incassare la bellezza dell’8,6% in più ogni anno. D’ora in poi dovranno adeguarsi a bollette con cadenza mensile e avranno tempo fino al 4 aprile, ovvero entro 120 giorni dal momento in cui è passato il provvedimento. È doveroso sottolineare, però, che il Tar deve ancora pronunciarsi sui ricorsi presentati dalle compagnie contro l’Agcom: quindi non è detta l’ultima. Anche se Vodafone ha già fatto sapere che “si adeguerà”, rispettando la legge italiana.

Il presidente dell’Unione Consumatori, Massimiliano Dona, però, denuncia che gli operatori “continuano ad offrire contratti con le bollette ogni 28 giorni”. Il pericolo, poi, è che con la fatturazione mensile ci potrebbero essere “aumenti pari all’8,6%”. Per Mauro Vergari dell’Adiconsum-Cisl “le compagnie potranno continuare a fare come vogliono finché resterà in piedi la possibilità di modifiche unilaterali del contratto in corso di vigilanza”: “È vero che l’utente può cambiare operatore ma, se tutti aumenteranno le tariffe dell’8,6%, ecco che l’annullamento della bolletta a 28 giorni non servirà a nulla“.

Ma il capitolo che sta più a cuore ai consumatori è quello dei rimborsi. L’Authority, dal momento che fino ad ora nessuno si è adeguato, ha sanzionato Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb al massimo consentito dalla legge, diffidandole a rimborsare gli utenti per gli importi che sono stati fatti pagare in più dal 23 giugno in poi. Le associazioni dei consumatori si stanno già mobilitando per sostenere eventuali ricorsi contro i mancati rimborsi.

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