Stupro di Palermo: la GIP non ammette le domande sul passato della ragazza
Durante l'incidente probatorio dello stupro di Palermo la Gip Clelia Maltese ha imposto ai legali di non fare domande sul passato della ragazza.
Durante l'incidente probatorio dello stupro di Palermo la Gip Clelia Maltese ha imposto ai legali di non fare domande sul passato della ragazza.
La vittima dello stupro di gruppo di Palermo è stata sentita in incidente probatorio, durato circa 6 ore, in cui ha ripercorso l’orrore di quella sera del 7 luglio, al Foro Italico, la passeggiata sul mare dei palermitani, quando 7 ragazzi (tra cui un minorenne) hanno abusato di lei.
Come riporta Agi, la 19enne è stata scortata al palazzo di giustizia di Palermo in mattinata, ieri 3 ottobre, ed è stata fatta entrare da un ingresso laterale, in modo da non dover incrociare i suoi aggressori, tutti presenti in aula fatta eccezione del minorenne, che ha compiuto 18 anni pochi giorni dopo lo stupro. Lui sarà giudicato dal Tribunale dei minori.
La 19enne, che era collegata da un’altra stanza del tribunale e si è confrontata con gli aggressori e i legali tramite collegamento video, si è dapprima sottoposta all’esame del pm e poi al controesame della difesa degli imputati.
A un certo punto l’interlocuzione è stata interrotta dalla gip, Clelia Maltese, che ha chiesto agli avvocati di circostanziare le domande all’episodio dello stupro e smettere di fare domande alla vittima relative al suo passato e al suo vissuto personale.
L’incidente probatorio è un’anticipazione dell’eventuale dibattimento in caso di processo, per questo la vittima non dovrà più essere ascoltata in aula e rivivere ancora l’orrore dello stupro.
Ripercorrendo i momenti di quella notte del 7 luglio, la vittima ha spiegato che i 7 ragazzi l’hanno indotta a bere molto e l’hanno poi costretta a seguirli, per violentarla. “Mi sono opposta a quello che stavano facendo, ma loro continuavano. E mi picchiavano pure, con calci e pugni”, ha detto la 19enne.
Gli imputati sostengono che i rapporti fossero consenzienti, ma le parole delle ragazza hanno trovato riscontro in due video sequestrati dai carabinieri.
“Quella sera è stata una cosa sbagliata”, ha detto uno dei ragazzi, Angelo Flores, nel verbale. “Io non ho partecipato, gli altri partecipavano. E diciamo che è successo quello che è successo… Io ero lì. Non stavo facendo assolutamente niente perché sinceramente ero sconvolto”, ha aggiunto. Secondo le indagini, però, lui era lì a filmare lo stupro con lo smartphone.
Le sue dichiarazioni, inoltre, contrastano con il contenuto di alcune intercettazioni. Non sapendo di essere ascoltato, infatti, Flores aveva detto al telefono: “Eravamo cento cani sopra una gatta”.
Angelo Flores, Elio Arnao, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone e l’imputato che al tempo dello stupro era minorenne, Riccardo Parrinello, sono tutti attualmente in carcere.
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