La denuncia arriva dall’Osservatore Romano, edito nella Città del Vaticano dalla Segreteria per la comunicazione della Santa Sede (non un organo ufficiale della Santa Sede ma una delle tre fonti ufficiali insieme a Radio Vaticana e al Centro Televisivo Vaticano). Una notizia choc che sta già facendo il giro del web secondo cui le suore che prestano servizio nelle case di cardinali e alti prelati sarebbero trattate come serve. Un’inchiesta che nasce dalla testimonianza di una suora africana che vive a Roma da oltre 20 anni. Queste le sue parole:

Alcune di loro, impiegate al servizio di uomini di Chiesa, si alzano all’alba per preparare la colazione e vanno a dormire una volta che la cena è stata servita, la casa riordinata, la biancheria lavata e stirata… In questo tipo di “servizio” le suore non hanno un orario preciso e regolamentato, come i laici, e la loro retribuzione è aleatoria, spesso molto modesta.

Non si siedono nemmeno a tavola coi cardinali:

Un ecclesiastico pensa di farsi servire un pasto dalla sua suora e poi di lasciarla mangiare sola in cucina una volta che è stato servito? È normale per un consacrato essere servito in questo modo da un’altra consacrata? E sapendo che le persone consacrate destinate ai lavori domestici sono quasi sempre donne, religiose? La nostra consacrazione non è uguale alla loro?

Si tratta di poche denunce anche se tante sarebbero nelle stesse condizioni di queste religiose che hanno deciso di raccontare tutto all’Osservatore Romano:

Molte hanno paura di hanno paura di parlare perché dietro a tutto ci possono essere storie molto complesse. Nel caso di suore straniere venute dall’Africa, dall’Asia e dall’America latina, ci sono a volte una madre malata le cui cure sono state pagate dalla congregazione della figlia religiosa, un fratello maggiore che ha potuto compiere i suoi studi in Europa grazie alla superiora… Se una di queste religiose torna nel proprio paese, la sua famiglia non capisce. Queste suore quindi si sentono in debito, legate, e allora tacciono. Tra l’altro spesso provengono da famiglie molto povere dove i genitori stessi erano domestici. Alcune arrivano addirittura a prendere ansiolitici per sopportare la frustrazione.

Ci sono anche suore “licenziate” così, in tronco, senza alcun motivo “come fossero intercambiabili”. E le parole della suora che si è ribellata si fanno sempre più dure:

Ho conosciuto suore in possesso di un dottorato in teologia che dall’oggi all’indomani sono state mandate a cucinare o a lavare i piatti, missione priva di qualsiasi nesso con la loro formazione intellettuale e senza una vera spiegazione. Ne ho incontrato un’altra che aveva insegnato per molti anni a Roma e da un giorno all’altro, a 50 anni, si è sentita dire che da quel momento in poi la sua missione era di aprire e chiudere la chiesa della parrocchia, senza altra spiegazione.

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