A pochi giorni dall’ultimo decreto varato dal Governo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2021, ecco che si inizia già a pensare ad un altro grande cambiamento. Se, infatti, le nuove regole, che entreranno in vigore dal 10 gennaio, prevedono modifiche sostanziali alle modalità di tracciamento dei contagi da Covid-19 e ai criteri da adottare in fatto di quarantena, questa volta ad essere al centro dell’attenzione è l’ipotesi di introdurre l’obbligo di Super Green Pass per tutti i lavoratori.

Ciò significa che per accedere a qualsiasi luogo di lavoro sarebbe necessario aver completato il ciclo vaccinale, oppure essere guariti dalla malattia. Il provvedimento potrebbe entrare in vigore già dal 5 gennaio 2022: si tratta di una misura che il premier Mario Draghi avrebbe intenzione di adottare già da diverso tempo, ma che era stata bloccata dal disaccordo dei diversi partiti. Lega e Movimento 5 Stelle, infatti, si sono sempre detti contrari. Se, però, entro la data stabilita si dovessero raggiungere il 200mila contagi, il Governo è pronto a confermare il provvedimento.

Si tratta di una misura che è quanto di più vicino all’obbligo vaccinale per tutta la popolazione: chi non è vaccinato, infatti, non potrà più accedere ai luoghi pubblici, ai ristoranti, musei, teatri, locali, palazzetti, stadi e molto altro. E, se il provvedimento dovesse essere approvato, nemmeno al luogo di lavoro. Ma si tratta anche dell’unico modo per tentare di frenare la drastica risalita dei contagi che si sta verificando nelle ultime settimane, insieme all’estensione della possibilità di vaccinarsi anche ai bambini tra i 5 e i 12 anni.

Anche perché a partire dal 3 gennaio diventano 11 le regioni italiane che passano ufficialmente in zona gialla, dato che si registra un preoccupante numero sempre crescente di casi di Covid-19. Per affrontare questa quarta ondata, il Governo ha disposto nuove regole anche per quanto riguarda la scuola: se in una classe si registra un caso di positività, le lezioni possono continuare in presenza; con due casi possono tornare in classe solo gli studenti vaccinati, mentre gli altri tornano alla didattica a distanza. Se invece i casi sono tre o più, la decisione sul da farsi tocca all’Asl di competenza.

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