Sylvester Stallone, 77 anni, ha parlato del difficile rapporto con il figlio Sage, morto nel 2012 all’età di 36 anni a causa di un arresto cardiaco. Alla cinepresa del nuovo documentario di Netflix a lui dedicato, Sly, la star di Rocky ha confessato di avere dei rimorsi, in particolare quello di aver trascurato la famiglia a favore della carriera.

Parlando del film Rocky V, nel quale Sage aveva interpretato proprio il figlio del protagonista, l’attore ha dichiarato: “Sfortunatamente, metti queste cose prima della tua famiglia. E le ripercussioni sono piuttosto radicali e devastanti”. Nella pellicola stessa, il figlio di Rocky Balboa si sentiva trascurato dal padre, troppo impegnato ad allenare la giovane promessa del pugilato Tommy Gunn. Come raccontato da Sylvester Stallone stesso nel documentario Netflix, la trama era parzialmente ispirata al loro vero rapporto.

Lo stesso Sage aveva parlato del rapporto con il padre nel 1996, pochi anni dopo l’uscita del film, in un’intervista a People: “Quando urlavo: “Non hai mai passato del tempo con me! Non hai mai passato del tempo con mia madre!”, era vero. Guardavo in faccia mio padre e glielo dicevo davvero”. I due, infine, si erano riconciliati poco dopo aver girato il film insieme. “Ho tirato fuori un sacco di cose. Siamo scoppiati in lacrime un paio di volte. Dopo il film tutto è cambiato. Faremmo qualsiasi cosa l’uno per l’altro”.

Alla premiere del film, nel 1990, Sylvester Stallone aveva dichiarato: “C’è una battuta nel film: ‘Sono così felice che sia nato perché ora posso vivere attraverso i tuoi occhi.’ Questo, penso, è ciò che i padri cercano nei loro figli. È un’estensione, un pezzo di immortalità. Finché sarà vivo, il tuo ricordo sarà sempre vivo (…) Voglio dire, lo speri”.

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