Non più "studente" o "studentessa": al Liceo Cavour di Torino si userà "student*"

È una delle istituzioni dell'istruzione piemontese, ma è sempre al passo con i tempi, soprattutto sulle questioni di genere. Nelle comunicazioni ufficiali addio a sostantivi e aggettivi connotati: si utilizza l'asterisco.

Il Liceo classico Cavour di Torino è una colonna portante dell’istruzione in città (e in Piemonte) e vanta ottimi risultati da parte degli studenti. Nonostante sia un’istituzione, però, non rinuncia a stare al passo con i tempi, e lo ha dimostrato ancora una volta scegliendo di far un passo avanti verso l’inclusività. L’istituto ha infatti deciso di non utilizzare più, nei comunicati ufficiali della scuola, sostantivi e aggettivi connotati.

In questo modo vengono eliminate le parole “studente” e “studentessa“, sostituite dal più generico “student*“: l’asterisco, scelto come simbolo genderless, viene poi utilizzato per tutti quei termini che non devono più essere declinati al maschile o al femminile, in modo che ognuno possa sentirsi incluso senza distinzioni di genere.

“Siamo un liceo classico rigoroso, dove ci si impegna parecchio e si studia tanto. Il liceo classico non è un percorso qualunque e noi siamo uno tra i più impegnativi e duri. Ma se il rigore metodologico e didattico ci consente di mantenere le radici ben salde, un’altra questione è l’attenzione verso le persone. La nostra stessa Costituzione vieta le discriminazioni. Non abbiamo fatto niente di rivoluzionario, se non dare attuazione al dettato costituzionale. Siamo una scuola impegnativa dove c’è grande attenzione alle persone”

ha spiegato il dirigente scolastico Enzo Salcone a La Stampa, che ha poi spiegato come ormai al Cavour questo modo di rivolgersi agli studenti sia entrato con molta naturalezza e spontaneità, e che la decisione sia stata presa in accordo con il corpo studentesco, che ha appoggiato con entusiasmo questo cambiamento:

“Ne abbiamo parlato in Consiglio d’Istituto e gli studenti e le studentesse si sono detti assolutamente d’accordo. Le generazioni che frequentano adesso le superiori sono molto più avanti, sono sensibili al tema e hanno risposto in modo estremamente positivo. Noi abbiamo semplicemente formalizzato in un regolamento quello che vivono nella quotidianità di ogni giorno. Questioni come queste sono vissute in modo problematico dagli adulti, non dai giovani”.

Una decisione che ha fatto molto discutere e che ha portato il liceo torinese a essere tra i pochi istituti scolastici in prima linea per l’inclusività e per combattere le discriminazioni di ogni tipo. Lo aveva già fatto, insieme ad altre scuole italiane, permettendo agli studenti transgender di scegliere il proprio nome, da utilizzare al posto del dead name in cui ovviamente non si riconoscono. Entrambe le iniziative sono state pensate per aderire a Noi siamo pari, il progetto promosso dal Ministero dell’Istruzione sui temi del genere e dell’inclusione.

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