Tragedia di Condove, l'investitore: "non mi dispiace per niente"
"Non mi dispiace per niente", questa la frase che avrebbe detto l'investitore di Elisa e Matteo, poco dopo l'incidente, secondo una testimone.
"Non mi dispiace per niente", questa la frase che avrebbe detto l'investitore di Elisa e Matteo, poco dopo l'incidente, secondo una testimone.
“Non mi dispiace per niente”, è questa la frase che, secondo quanto contenuto nel verbale di testimonianza per l’indagine di omicidio sull’incidente di Condove, avrebbe detto l’investitore di Elisa e Matteo lo scorso 9 luglio.
“Ricordo bene un particolare: un uomo alto con una maglietta blu che andava verso il furgone e diceva: non mi dispiace per niente” racconta – come riporta la Stampa – la testimone Asya Eneva, 29 anni, fidanzata del migliore amico di Matteo e che si trovava a pochi metri dalla moto su cui viaggiavano i due ragazzi investiti da un furgone.
Quell’uomo alto è l’investitore e risponde al nome di Maurizio De Giulio, elettricista di Nichelino, 51 anni, in carcere per aver investito, e ucciso, Elisa Ferrero, 27 anni, e travolto il fidanzato Matteo Penna, 29 anni. Matteo ce l’ha fatta ed è stato dimesso alla fine di settembre dopo un calvario – un miracolo a detta dei medici – durato per mesi all’interno del reparto di Neuroriabilitazione dell’Unità spinale del Cto di Torino.
Secondo la ricostruzione della procura, quel 9 luglio del 2017 il conducente De Giulio avrebbe investito deliberatamente i due ragazzi con il suo van scuro a Condove, statale 24. Deliberatamente poiché, secondo il consulente tecnico, De Giulio non avrebbe nemmeno provato ad agire sul sistema frenante o sullo sterzo del mezzo per evitare di investire il motociclo su cui viaggiavano Matteo ed Elisa. Ricostruzione suffragata da alcuni testimoni, come l’amico Luca Gilardi, amico della coppia.
Ad aggravare la posizione di De Giulio il livello di alcol pari a 1,42 grammi per litro di sangue rilevato dall’alcoltest. Lo stesso investitore avrebbe infatti ammesso di aver bevuto una intera bottiglia di vino e un amaro poche ore prima dell’incidente.
Come riporta la Stampa, De Giulio, difeso dagli avvocati Vittorio Nizza e Marco Moda, avrebbe dichiarato in merito all’accaduto : “Mia figlia ha gridato: “Papà!” e poi c’è stato lo scontro, ma non volevo uccidere”
Giornalista, poeta, sognatore. Critico pedante e certe volte cavilloso, al limite del sopportabile.
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