Tumore, il 16% delle donne deve lasciare il lavoro e non lo ritrova quando guarisce
Un'indagine dell'università di Torino mostra che il 16% delle donne affette da tumore deve lasciare il lavoro, ma una volta guarite non lo ritrovano più.
Un'indagine dell'università di Torino mostra che il 16% delle donne affette da tumore deve lasciare il lavoro, ma una volta guarite non lo ritrovano più.
Un nuovo studio, condotto dall’Università di Torino, mostra che per le donne colpite da tumore trovare lavoro una volta guarite è molto difficile, a causa di orari e carichi di lavoro estenuanti e della forte mancanza di alternative, che possano conciliare lavoro e terapie.
Lo studio dei ricercatori è stato condotto su oltre 2.600 persone sopravvissute a neoplasie maligne, seguite per i successivi 9 anni, sottolineando i pesanti effetti della malattia oncologica nel ritorno al lavoro anche una volta guarite.
Dopo 9 anni il tasso di occupazione per le persone guarite da tumore è diminuito drasticamente, con un’incidenza maggiore per le donne che hanno abbandonato il lavoro, più spesso rispetto agli uomini (-16% contro -15%).
Lo studio dell’università di Torino ha anche verificato un aumento dell’impiego part-time per le donne con esperienze di cancro, dal 14 al 16%.
I numeri dimostrano l’incapacità del mondo del lavoro di adeguarsi alle necessità mentali, fisiche ed economiche dei pazienti, con orari e carichi di lavoro, fisici e mentali, troppo stancanti per le loro condizioni, oltre a indicare lo scarso supporto psicologico fornito da datori di lavoro e colleghi.
Per abbattere le difficoltà che le malate e i malati oncologici affrontano ogni giorno nel mondo del lavoro e per reintegrarsi nel mondo lavorativo con serenità è stato istituito il progetto Trasformazione, quest’anno arrivato alla seconda edizione, promosso da Europa Donna Italia, che collabora con Fondazione Human Age Institute, ManpowerGroup e Studio Fava & Associati, con il supporto di Pfizer, Daiichi Sankyo e AstraZeneca.
“Ricevere una diagnosi di cancro al seno è sempre destabilizzante”, ha detto alla stampa Rosanna D’Antona, presidentessa di Europa Donna Italia, “sia sul piano professionale che familiare. Il lavoro, o meglio il rientro al lavoro, rappresenta, quando possibile, un elemento motivante e propositivo in un percorso di cura: tuttavia affrontare questo contesto specifico per le pazienti non è sempre semplice. Il quadro normativo del nostro Paese è ancora frammentato ed è necessario non solo promuovere nuove misure di natura contrattuale finalizzate a migliorare la qualità della vita professionale ma anche supportarle nei percorsi di reintegrazione nel mondo del lavoro, ed è proprio in questa direzione che abbiamo spinto la seconda edizione del progetto Trasformazione”.
Il progetto è un percorso di orientamento finalizzato al rientro nel mondo del lavoro, da fare interamente online.
La prima fase è un inquadramento generale per la ricerca attiva del lavoro, che parte dall’elaborazione del curriculum vitae fino a come affrontare il colloquio di lavoro. La seconda fase del percorso, invece, si dedica alla conoscenza effettiva della persona, le sue aspettative e le competenze. Infine si passa alla conoscenza della legge 68/99.
Se si vuole aderire al progetto, che è aperto fino a esaurimento posti, cliccare QUI.
Vegetariana, amante dei libri, dello sport e di qualsiasi cosa sia vecchio di 500 anni o più.
Cosa ne pensi?