Uccise la madre dopo anni di torture, Gypsy Rose Blanchard esce dal carcere
Gypsy Rose Blanchard è uscita dal carcere. Blanchard ha ucciso la madre nel 2015 dopo anni di torture subite dalla donna, che era affetta dalla sindrome di Munchausen.
Gypsy Rose Blanchard è uscita dal carcere. Blanchard ha ucciso la madre nel 2015 dopo anni di torture subite dalla donna, che era affetta dalla sindrome di Munchausen.
Gypsy Rose Blanchard, 32 anni, è stata rilasciata in anticipo per la sua sentenza a 10 anni dopo l’omicidio della madre Dee Dee Blanchard, avvenuto nel 2015.
La 32enne è stata scarcerata dal Chillicothe Correctional Center nel Missouri dopo 8 anni di carcere alle 3:30 del mattino dello scorso 28 dicembre, come ha confermato a People il Missouri Department of Corrections.
Gypsy Rose Blanchard è stata condannata a 10 anni di carcere nel luglio 2016 dopo essersi dichiarata colpevole di omicidio per il suo ruolo nell’accoltellamento di sua madre, Clauddine “Dee Dee” Blanchard, nel giugno del 2015. All’epoca sia Blanchard che il suo fidanzato di allora, Nick Godejohn, erano stati accusati di omicidio e il ragazzo, oggi 32enne, è stato condannato all’ergastolo senza condizionale nel 2019 dopo la sua condanna per omicidio di primo grado, come hanno riferito all’epoca lo Springfield News-Leader, KY3 e KOAM.
Gypsy Rose Blanchard e la madre vivevano in un bungalow sulla West Volunteer Way a Springfield, nel Missouri. La bambina era costretta su una sedia a rotelle e aveva un sondino per l’alimentazione. La madre, Dee Dee Blanchard, dichiarava che la figlia soffrisse di difetti cromosomici, distrofia muscolare, epilessia, asma grave, apnea notturna e problemi agli occhi. Per questo la madre single aveva lasciato il suo lavoro da infermiera per potersi dedicare a tempo pieno alla bambina e le due andavano avanti con le donazioni che ricevevano dalle organizzazioni benefiche.
La bambina, però, non era affatto malata. Come scoperto successivamente dopo l’omicidio della donna, l’unica a essere davvero malata era proprio Dee Dee Blanchard, che soffriva della Sindrome di Munchausen per procura e aveva inventato tutti i disturbi della figlia. Questo disturbo mentale, e forma di abuso, spinge i soggetti a provocare malattie in un bambino, solitamente il figlio, per ottenere simpatia da parte della società, come spiega il sito web dell’Ospedale Bambino Gesù.
Dee Dee Blanchard ha torturato la figlia per anni, radendo la testa di Gypsy Rose Blanchard per lasciare intendere che stesse subendo la chemioterapia, alimentandola con un sondino senza che ne avesse bisogno e iniettandole anestetici sulle gengive per spingerla a sbavare, cosa che le aveva fatto cadere i denti. La donna ha anche sottoposto Gypsy Rose Blanchard a interventi chirurgici non necessari, come l’espianto delle papille gustative.
La ragazza aveva poi cominciato, di notte, a navigare su Internet dove in una chat di incontri ha conosciuto Nick Godejohn, di cui si è innamorata. I due progettavano una vita insieme. Dee Dee Blanchard, però, ha scoperto della loro relazione e ha fatto di tutto per impedirla.
Il 12 giugno 2015, Gypsy Rose Blanchard ha fatto entrare Godejohn in casa, conducendolo nella camera da letto della madre, e ha lasciato che la uccidesse a colpi di coltello. Dopo la coppia ha provato a scappare in direzione Wisconsin, ma i due sono stati arrestati poco dopo.
Il fidanzato è stato condannato all’ergastolo, mentre lei, grazie a un patteggiamento, è stata condannata a 10 anni di carcere, che ha potuto lasciare in anticipo dopo aver ottenuto la libertà condizionale.
“Nessuno mi sentirà mai dire che sono orgogliosa di quello che ho fatto o che sono felice che mi madre sia morta”, ha detto Gypsy Rose Blanchard in un’intervista esclusiva a People poco prima di lasciare il carcere. “Non sono orgogliosa di quello che ho fatto. Me ne pento ogni singolo giorno”.
Riflettendo sulla malattia della madre, la ragazza ha aggiunto: “Credo di meritare di passare un po’ di tempo in prigione per quel crimine… Non se lo meritava”, ha detto. “Era una donna malata e purtroppo non sono stata abbastanza istruita per capirlo. Meritava di essere dove sono io, seduta in prigione a scontare una pena per comportamento criminale”.
Ora Gypsy Rose Blanchard è pronta per tornare a casa da suo marito Ryan Anderson, un insegnante della Louisiana che ha sposato in prigione l’anno scorso.
Mentre la 32enne si prepara a raccontare la sua storia nella nuova docuserie Lifetime The Prison Confessions of Gypsy Rose Blanchard, che debutterà il 5 gennaio, ha dichiarato di voler aiutare gli altri che vivono situazioni simili a quella che ha vissuto lei con la madre: “Voglio assicurarmi che le persone che vivono relazioni violente non ricorrano all’omicidio”, ha sottolineato. “Può sembrare che ogni strada sia preclusa, ma c’è sempre un altro modo. Fate di tutto, ma non prendete questa strada”.
Vegetariana, amante dei libri, dello sport e di qualsiasi cosa sia vecchio di 500 anni o più.
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