"Uccidimi ora", è morta col suo bambino la donna incinta, simbolo di Mariupol
La sua foto ha fatto il giro del mondo, ma lei e il suo bambino non ce l'hanno fatta. Il medico: "Abbiamo tentato di rianimarla per 30 minuti".
La sua foto ha fatto il giro del mondo, ma lei e il suo bambino non ce l'hanno fatta. Il medico: "Abbiamo tentato di rianimarla per 30 minuti".
Sono strazianti le immagini che arrivano dall’ospedale di Mariupol, una delle città dell’Ucraina maggiormente colpite dall’invasione della Russia. Un attacco aereo ha colpito l’ospedale della città, con centinaia di morti e feriti. Tra loro una donna incinta, la cui foto aveva fatto il giro del mondo: trasportata su una barella, con le mani sul pancione insanguinato. Dopo una lunga lotta tra la vita e la morte, la ragazza e il bambino non ce l’hanno fatta.
Pregnant mum and baby die after Russian airstrike on hospital https://t.co/RQl67G53Gk pic.twitter.com/BEPfeuYqTU
— The Sun (@TheSun) March 14, 2022
La notizia è arrivata la mattina del 14 marzo: come riporta The Sun, i medici hanno fatto il possibile per rianimare la donna, dopo averla fatta partorire con un cesareo d’urgenza. Nonostante gli sforzi dei soccorritori, dopo la nascita il bambino non ha mai dato “nessun segno di vita“, ha spiegato il dottor Timur Marin, chirurgo sul campo, al quotidiano inglese. Una volta saputo della morte del figlio, la donna ha iniziato ad urlare “Uccidimi! Uccidimi ora!“.
AP images of a pregnant woman being rushed to an ambulance after Russia bombed a maternity hospital in Mariupol where she was meant to give birth shocked the world. @AP has learned that the woman and her baby have died.https://t.co/yZPZwgbLz8
— The Associated Press (@AP) March 14, 2022
Una testimonianza drammatica quella riportata dal medico, che poi ha tentato insieme alla sua equipe di salvare la madre: “Più di 30 minuti di rianimazione della madre non hanno prodotto risultati. Entrambi sono morti“. Come ha raccontato il chirurgo a The Sun, nessuno è riuscito a sapere il nome della donna prima che il marito e il padre portassero via il corpo: “Almeno qualcuno è venuto a recuperarla in modo che non finisse nelle fosse comuni scavate per molti dei sempre più numerosi morti di Mariupol“.
Purtroppo, si tratta soltanto di due tra le moltissime vittime che i bombardamenti russi hanno causato a Mariupol. L’attacco aereo è avvenuto il 9 marzo, in una circostanza ancora più grave di quanto non sia già la situazione in Ucraina: la Russia ha violato un cessate il fuoco, concordato per permettere l’evacuazione dei civili dalla città ormai interamente assediata.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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