Valentino Colia, investito e ucciso a 15 anni: il gip dice no al patteggiamento

Il ragazzino era stato travolto mentre si trovava insieme a un'amica, rimasta gravemente ferita. L'istanza avanzata dal difensore del romeno che guidava l'auto è stata rigettata perché ritenuta incongrua.

Valentino Colia è morto a luglio 2023 soli 15 anni dopo essere stato investito e ucciso mentre stava attraversando le strisce pedonali in sella alla sua bicicletta a Garbagnate Milanese (Milano) mentre si trovava insieme a un’amica, rimasta invece gravemente ferita. A causare l’incidente mortale è stato Bogdan Pasca, 33 anni, romeno, imputato per omicidio stradale, che era poi risultato ubriaco e senza patente.

La richiesta di patteggiamento a quattro anni, che era stata avanzata dall’uomo e accolta dal pm, è stata invece respinta dal gip Luca Milani, che ha ritenuto incongrua la pena proposta All’istanza si erano opposti i familiari della vittima.

La decisione presa dal giudice è stata accolta con soddisfazione da parte della mamma del ragazzo, Emilia: “Quello di oggi è stato un primo passo verso la giustizia” – sono state le sue parole riportate da Tgcom24.

Prima che venisse comunicata in aula la decisione del giudice, Pasca aveva deciso di prendere la parola in aula per poter chiedere scusa alla famiglia di Valentino Colia e dimostrare così il suo pentimento per l’accaduto. Questo gesto non ha però cambiato i punto di vista dei genitori del 15enne. “È stata dura incontrare l’imputato, non è stato facile – ha spiegato ancora la madre del giovane – Sono una mamma con tanto dolore e che non ha più un figlio. Lui non può essere perdonato, non posso perdonarlo, non c’è uno sconto di pena in un caso del genere e noi andiamo avanti“. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il padre: “La decisione è stata giusta, un passo verso la giustizia. Lui ha dato delle scuse sì, niente di che, la giustizia fa il suo corso giusto e speriamo”.

Pasca il giorno dell’incidente era alla guida del furgone dell’azienda per cui lavorava, ma già allora era in affidamento in prova ai servizi sociali per scontare una condanna definitiva per furto, maltrattamenti in famiglia e ricettazione. Sulla base di quanto emerso dai rilievi eseguiti dopo il sinistro lui stava procedendo a un’andatura di 60 km/h, ma in una strada in cui il limite era di 50 km/h, oltre a essere in stato di ebbrezza e senza patente. Il legale che lo assiste nel procedimento, Daniele Silvestre, aveva ritenuto giusto il patteggiamento in virtù della sua scelta di collaborare alle indagini, oltre al percorso di recupero fatto in carcere in questi mesi.

Già in passato il romeno era stato oggetto di denunce per guida in stato di ebbrezza e senza patente.

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