Vera Lytovchenko, la violinista ucraina che suona tra le bombe: "Non me ne vado"

Chiusa nello scantinato del suo palazzo a Kharkov, la musicista ha trasformato il suo rifugio in una sala da concerto: "La musica per alcuni istanti ci impedisce di pensare alle bombe".

Dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, Vera Lytovchenko vive nello scantinato del suo palazzo, che è diventato un rifugio antiaereo improvvisato. Da oltre due settimane condivide lo spazio e le scorte di cibo con alcuni vicini di casa, e per tentare di tenere alto il morale fa ciò che sa fare meglio: suonare il violino.

Vera Lytovchenko è una violinista di Kharkov, la seconda città ucraina, tra le più colpite dall’invasione russa. Viene da una famiglia ucraina, ma di lingua russa, e ha trasformato lo scantinato in una sala da concerto, con la speranza di alleviare, anche solo per qualche minuti, il dolore dei suoi concittadini. Con la sua musica, infatti, intrattiene le persone che si trovano con lei in quel bunker di fortuna, ma non solo: ha iniziato a pubblicare sui social network i video dei suoi piccoli concerti, che in pochi giorni hanno fatto il giro del mondo.

“Prima della guerra ero una musicista. Studio violino da quando ho 7 anni, ho studiato al Conservatorio e ora faccio parte dell’orchestra del Teatro di Kharkov e insegno in un’accademia di musica. La musica ci aiuta ad andare avanti, ci sostiene. Lo faccio per me e per i miei vicini. La musica per alcuni istanti ci impedisce di pensare alle bombe. […] Non mi interessa diventare famosa o ricca, io faccio tutto questo per darmi forza, per dare forza al mio popolo e perché prego che le armi smettano di sparare”,

ha raccontato Lytovchenko a Vanity Fair, che è riuscito a raggiungerla nonostante la scarsa connessione e le bombe che creavano un sottofondo surreale. Nonostante il pericolo e il dramma che lei e il suo popolo stanno vivendo, la violinista ha scelto di restare nella sua città, insieme a suo padre:

“Abbiamo deciso di rimanere perché spostarci ora è pericoloso, cercare di arrivare alla stazione impossibile a causa delle bombe. Ma non è neppure questa la vera ragione. La verità è che non ce ne vogliamo andare, nono vogliamo lasciare Kharkov. Qui sono nata, qui ho studiato, qui vive la mia famiglia. E’ la nostra patria, non possiamo andarcene tutti”.

Tramite i suoi profili social la violinista, insegnante di musica in un’accademia della sua città, ha anche aperto una raccolta fondi per contribuire alla ricostruzione delle scuole alla fine della guerra, ma anche per aiutare i musicisti e gli insegnanti delle scuole di musica ucraine.

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