"Accoltellata e bruciata, era incinta": a Verissimo la storia di Monica Ravizza

Silvia Toffanin ha ospitato nel salotto di Canale 5 Maria Teresa D'Abdon, la madre della ragazza uccisa nel 2003, che oggi ha fondato un'associazione per aiutare le donne vittime di violenza.

Nel pomeriggio dell’8 gennaio, Silvia Toffanin ha ospitato a Verissimo Maria Teresa D’Abdon, una donna che ha affrontato uno dei dolori più grandi che la vita può riservare: la perdita di una figlia. L’ospite del salotto di Canale 5, infatti, è la madre di Monica Ravizza, brutalmente uccisa dall’ex compagno. E proprio di violenza sulle donne ha voluto parlare D’Abdon, da anni impegnata in prima linea nella lotta a questo fenomeno purtroppo sempre più presente nelle nostre vite.

La donna ha raccontato la storia di sua figlia, che ha perso la vita nel 2003 per mano di un compagno opprimente, geloso, possessivo, violento. Tanto da ucciderla quando lei ha deciso di lasciarlo:

“Monica ha conosciuto questo ragazzo, ma io non ho avuto il piacere di conoscerlo. Dopo poco che si frequentavano  lui mi ha telefonato e mi ha detto “signora amo sua figlia e voglio sposarla”. Quando lei veniva a casa nostra, lui la chiamava insistentemente perché tornasse a casa, un comportamento ossessivo che avevo fatto presente anche a mia figlia”.

Un comportamento possessivo che Monica Ravizza non riusciva più a sopportare, perciò aveva deciso di lasciare il compagno, nonostante fosse incinta del loro bambino. Bambino di cui, però, non aveva parlato con nessuno, nemmeno con i genitori. Ma allontanarsi dall’uomo non è bastato, come ha raccontato la madre della ragazza a Verissimo:

“Lei lo voleva lasciare ma lui le ha chiesto un ultimo incontro. La sera tra il 18 e il 19 settembre (2003, n.d.r) era uscita con una sua amica, quando è tornata e arrivata davanti al portone si è presentato. Alle 3 del mattino ci è arrivata una telefonata da una vicina di casa, che ci ha avvertito che dall’appartamento di Monica usciva del fumo.  Siamo scesi, abbiamo visto la strada transennata. Ci hanno poi comunicato che Monica non c’era più e mi sono sentita male. Di mattina nella caserma dei Carabinieri ci hanno raccontato che l’ex l’ha accoltellata e poi ha tentato di dare fuoco al suo corpo. Per farsi diminuire la pena si è dato una coltellata lieve e una bottiglia in testa, si era riverso per terra. Il maresciallo ci ha informati che Monica aspettava un bambino”.

Da quel momento, per Maria Teresa D’Abdon e la sua famiglia è iniziata una battaglia per ottenere giustizia per la ragazza, anche se non è andata come sperava. L’uomo, infatti, è stato inizialmente condannato a 18 anni e 6 mesi di carcere, ridotti poi a 16. “Vi offro 100mila euro in cambio di vostra figlia“, è stata l’offerta che l’uomo ha fatto alla famiglia della sua ex fidanzata. “Quella è stata l’offesa più grande“, ha raccontato D’Abdon. “Dopo cinque anni questa persona usciva dal carcere e andava a lavorare. L’hanno messo vicino a casa mia“.

Oggi Maria Teresa D’Abdon ha deciso, insieme ad altre donne e madri, di fondare un’associazione per aiutare le donne vittime di violenza, fornendo loro sostegno legale e psicologico.

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