Fedez: la scelta di non battezzare Leone e di pubblicare le foto sui social

Fedez e Chiara Ferragni sono stati duramente attaccati per la scelta di non battezzare Leone. Ma anche perché, secondo alcuni, trarrebbero profitto dal mostrare le sue foto sui social. Una situazione che fa capire, ha detto il rapper, che la gente "si indigna sempre e comunque".

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Da quando stanno insieme Fedez e Chiara Ferragni sono tra i soggetti più discussi in Rete, quasi sempre tra i trend topics dei social, perché, se già da soli facevano abbastanza parlare di sé, in coppia hanno certamente aumentato a dismisura l’esposizione mediatica su di loro.

La storia d’amore, la nascita di Leone, l’addio al nubilato di lei in previsione delle nozze, il prossimo 1° settembre a Noto; insomma, ogni notizia che li riguardi è ben documentata via social dai due, che naturalmente sono ben consapevoli dell’importanza della comunicazione nell’era digitale, ma questo li espone irrimediabilmente anche alle critiche e agli insulti peggiori. Perché, se da un lato sono amatissimi da una larga parte di pubblico, dall’altro inevitabilmente i detrattori non mancano, e questi ultimi sembrano prontissimi a esaminare ogni passo dei Ferragnez, per poi commentarlo negativamente.

Onori e oneri della popolarità, si potrebbe riassumere così la situazione, di cui certamente sia Chiara che Fedez hanno piena coscienza, ed entrambi hanno, in effetti, le spalle abbastanza larghe da reggere critiche e giudizi vari. Che non sono mancati neppure di fronte alla rivelazione, da parte del rapper, di non voler battezzare il piccolo Leone.

Fonte: facebook @la repubblica
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Fra i vari commenti sotto il post di La Repubblica che riportava la notizia, c’è chi ha definito Chiara e Fedez “ingrati”, ma anche chi – molto poco cristianamente a dir la verità – ha loro augurato di “vedersi ritorcere contro tutto”, in un clima da vera setta religiosa e da Medioevo culturale che, non a caso, molto ironicamente la pagina de Il Signor Distruggere ha commentato con un laconico Salem, 1692, con un chiaro riferimento al periodo della caccia alle streghe.

Già, perché se è vero che ciascuno di noi ha il diritto, sacrosanto, di portare avanti il proprio credo religioso liberamente, altrettanto legittimo e imprescindibile deve (o dovrebbe, almeno) essere il rispetto per chi la pensa diversamente da noi, anche dal punto di vista della fede.

Non tutti sono cattolici, e non tutti sono credenti, molto semplicemente; ci sono genitori, come Fedez, che sono atei (“Se credo in dio? NO. Quando battezzo Leo? Il 30 febbraio. Diglielo Leo, io e la mamma non ci sposiamo in chiesa” così il rapper ha fatto sapere ai suoi follower che non avrebbe battezzato il figlio), o che semplicemente preferiscono lasciare al figlio la libertà di scegliere se e quale culto seguire, in maniera del tutto autonoma, nell’età adulta, senza sentirsi in alcuna maniera legati a ciò che la società si aspetta da noi, considerando ormai che il battesimo sia visto più come un fatto culturale e inerente la tradizione che non ciò che dovrebbe essere davvero, e cioè un’espressione della propria fede nei confronti della religione in cui si è scelto di credere.

È legittima, e deve essere rispettata, la posizione di Fedez e Chiara nel non voler “imporre” a tutti i costi un sacramento religioso a un bambino che, ovviamente, non ha in questo senso ciò che il rapper stesso ha definito “libero arbitrio”; o nel non volerlo imporre a se stessi, pur da atei, solo perché gli altri si aspettano che lo si faccia. Ma le offese, gli insulti e le minacce di “giustizia divina” verso la scelta della coppia hanno quel retrogusto, un po’ amaro e stantio, del bigottismo da timorati di Dio, ancora legato a quel tempo in cui si pensava che i bimbi morti prima del battesimo finissero nel limbo. Oltre che il sapore di un estremismo e di un integralismo religioso che troppo spesso vogliamo sottolineare e criticare negli altri culti, e poi non siamo capaci di ammettere in casa nostra.

La risposta di Fedez a chi insulta lui e Chiara per le foto di Leone sui social

Ma c’è un altro punto, fondamentale, su cui Fedez ha voluto dire la propria, che riguarda la pioggia di critiche ricevute per l’esposizione sui social di Leone, fin dalla nascita.

Abbiamo semplicemente deciso di pubblicare le foto della nostra famiglia senza pixelare il viso di Leone come se fosse un collaboratore di giustizia – ha spiegato Fedez nella story pubblicata su Instagram – perché farlo non avrebbe avuto molto senso vista la nostra esposizione mediatica.

Ma il giudice di X Factor ha voluto precisare un’ulteriore questione, quella legata a chi li ha accusati di “sfruttare” Leone per scopi pubblicitari e di marketing, sottolineando come sia lui che Chiara non abbiano evidentemente bisogno di ricorrere a tali espedienti per accrescere un seguito che è, ovviamente, molto nutrito e destinato ad aumentare ogni giorno di più.

Ho 28 anni, Chiara 3o, insieme abbiamo due società con una ventina di dipendenti. La nostra fortuna di certo non la dobbiamo alla nascita di nostro figlio.

Infine, Fedez ha chiarito il suo pensiero sull’esposizione sui social del bambino, scelta che lui stesso ammette essere opinabile (non sono pochi, del resto, gli esperti che sconsigliano caldamente la pubblicazione di foto di minori sui social), ma che, assodato il fatto che ci siano pericoli e rischi legati a questa volontà da parte dei genitori, è e resta sempre e comunque una decisione personale e soggettiva, presa da due adulti in grado di “intendere e di volere” rispetto a loro figlio, non a quello di qualcun altro.

Se un bambino viene esposto mediaticamente da una coppia che è già esposta mediaticamente ci si indigna, quando invece lasci libero arbitrio a un bambino e non lo battezzi ci si indigna lo stesso.

Ha detto Fedez, evidenziando l’incredibile contraddizione di una società che predica libertà e rispetto e poi è pronta a scagliare vendette divine se si sceglie di non far prendere un sacramento a un neonato.

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