"Ti guardano come se ti odiassero": le compagne dei calciatori sulla loro nuova vita in Arabia Saudita

Georgina Rodriguez e le altre wags che hanno seguito i compagni calciatori in Arabia Saudita devono fare i conti con le rigide regole di comportamento imposte alle donne nel Paese. E molte di loro denunciano di essere state trattate malissimo, offese e rifiutate dai ristoranti.

Il calcio saudita ha, nell’ultima stagione di calcio mercato, attirato parecchi giocatori, anche di fama, lusingati non tanto dal prestigio del campionato nazionale quanto dai faraonici ingaggi.

Star come Cristiano Ronaldo, Neymar, Karim Benzema hanno accettato di giocare nelle squadre della Saudi League portando con sé, come spesso capita ai calciatori, le proprie famiglie. Ma al MailOnline arriva adesso la denuncia, da parte delle cosiddette “wags” (ovvero Wives and Girlfriends), compagne e moglie dei calciatori, sul trattamento che ricevono nel Paese saudita.

“È molto difficile per le donne in Arabia Saudita – ha raccontato una di loro, di cui tuttavia non si conosce l’identità, al giornale inglese – soprattutto se per la gente del posto non sei vestita adeguatamente. In un’occasione sono stata sgridata solo perché si vedevano le spalle e parte delle gambe. Non possiamo indossare pantaloncini in pubblico, nonostante il caldo, e neanche in spiaggia. E se lo fai, le persone ti guardano come se ti odiassero. Puoi sentirti intimidita”.

A rincarare la dose il racconto di un’altra ragazza, anch’essa anonima: “Sono stata allontanata dai centri commerciali solo perché la parte superiore delle mie braccia e le mie spalle non erano coperte e si poteva vedere parte del mio petto. Le persone mi hanno gridato di tornare quando mi fossi vestita adeguatamente. A volte le donne ti insultano, e può essere davvero spaventoso. Quando si tratta di donne, qui la cultura è molto diversa e sono molto rigidi. Se non si è abbastanza coperte, si possono vivere dei momenti difficili quando esci”.

“Non puoi comportarti in modo naturale come in Occidente. Devi stare in guardia ogni volta che esci, quindi tendi a non uscire”, sono le parole di una terza.

Calciatori e compagne, come Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez, frequentano i posti più “in” di Ryadh, la capitale, come Via Riyadh, meta prediletta per lo shopping e il cibo di lusso, in cui spicca Gymkhana, ristorante stellato Michelin, che serve cibo indiano e Spago, specializzato in piatti californiani ed è di proprietà del famoso chef Wolfgang Puck.

L’opulenza del luogo, e la liberalità della capitale Riyadh, con una popolazione di 7,6 milioni di abitanti, non cambia tuttavia quella che è la rigidissima legge, soprattutto per quanto riguarda i comportamenti femminili: fino a poco tempo fa alle donne era impedito di guidare l’auto, ma dopo le proteste del movimento Women to drive, il re Salman, nel 2018, ha emanato un decreto che consente loro di condurre la macchina, pur sempre con il consenso del wali, la figura maschile considerata loro tutore. Dallo stesso anno possono anche andare al cinema, accompagnate, cosa che era loro proibita dal 1980, dopo il fatti de La Mecca del 1979, in cui furono sequestrati centinaia di pellegrini alla Grande Moschea.

Anche l’obbligo di indossare l’Abaya, la lunga veste nera, è stato abolito solo nel 2019, ma la stragrande maggioranza delle donne saudite lo indossa ancora. Mal visto è anche chi, come Ronaldo e Rodriguez, convive pur senza essere sposato (al calciatore è stata accordata una dispensa). L’omosessualità è ancora un reato, punibile non solo con delle multe ma anche con l’ergastolo, la fustigazione, la deportazione e la morte.

Attenzione anche a criticare la nazione o l’Islam: si può rischiare una pena fino a cinque anni di reclusione, la deportazione e una multa di oltre 700 mila euro.

Neyda Rodriguez, originaria della Colombia e ormai residente in Arabia Saudita da dieci anni, ha raccontato al Mail: “Le mogli dei calciatori arrivati ​​in Arabia Saudita sono molto scioccate dalle restrizioni imposte loro. Per noi è una novità avere le mogli dei calciatori nel Paese perché fino a poco tempo fa le uniche donne espatriate erano le mogli degli uomini che lavoravano nell’industria del petrolio o del gas. Posso capire perfettamente perché alle donne straniere non piaccia stare in Arabia Saudita e si sentano piuttosto intimidite, ma le persone sono lì per i soldi che possono guadagnare. La vita è migliore rispetto a cinque anni prima e le cose stanno cambiando ma, secondo me, non stanno cambiando abbastanza velocemente”.

Per capire il giro di soldi che c’è nel campionato saudita, basti pensare che Ronaldo guadagna qualcosa come 4 milioni di euro a settimana e Neymar circa 3.

“Non tutti i calciatori sono Ronaldo e non tutte le mogli dei calciatori sono Georgina – ha aggiunto Neyda Rodriguez –  Per loro valgono regole diverse, ma non è così per le mogli dei giocatori meno conosciuti e per le donne in generale”.

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