Il periodo del lockdown ci ha fatto conoscere molti medici, che fino a febbraio comparivano solo di rado in TV. Burioni era indubbiamente una superstar anche prima della pandemia, ma Zangrillo, Crisanti, Bassetti, Tarro (e tanti altri) erano semi sconosciuti al grande pubblico.

Se volessimo usare un solo aggettivo per descrivere l’immagine pubblica di Alberto Zangrillo diremmo che è ottimista. Dai primi di maggio ha spesso lanciato messaggi positivi e i dati relativi a morti e terapie intensive in calo gli stanno dando in parte ragione.

Pochi giorni fa il medico storico di Silvio Berlusconi ha fatto un’altra dichiarazione che farà felici molti italiani: “Entro fine mese, se continueremo a comportarci bene, almeno all’aperto faremo a meno delle mascherine”.

Si sa, la mascherina è la grande novità di questo periodo storico. C’è chi la indossa senza problemi, chi non lo fa perché gli/le arreca fastidio e chi spesso la dimentica a casa. Se quanto dice Zangrillo corrisponde alla verità, tra sette giorni gireremo senza mascherina?

Probabilmente no, nel senso che all’aperto non sarà obbligatoria ma negli spazi chiusi continuerà ad esserlo per molto tempo. Dunque se si esce solo per una passeggiata o si va al mare, la mascherina potrebbe essere inutile. Ma se dopo il mare o la passeggiata si entra in un negozio qualsiasi, il dispositivo di protezione andrà indossato.

Zangrillo, a Quotidiano.net, ha parlato anche in generale di quanto successo nei mesi scorsi. Il lockdown a suo avviso è stato “efficace ma disastroso per l’economia”. Il medico ha poi precisato una frase che gli è stata attribuita che ha fatto discutere moltissimo tra gli addetti ai lavori, ovvero “Il virus clinicamente non esiste più”.

“Il COVID c’è ancora, non è mutato ma l’interazione virus – ospite non provoca più la mattia. I tamponi più recenti hanno una carica virale più bassa rispetto a uno o due mesi fa”, ha puntualizzato.

“Gli italiani sono stati già disinformati abbastanza – conclude Zangrillo – ma malgrado ciò hanno saputo capire. Bisogna dire le cose come stanno: un paziente positivo non è malato. Le precauzioni devono rimanere ed è essenziale che si comportino come il buon padre di famiglia”.

 

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