La “bomba” è esplosa quando Matteo Renzi, secondo l’indiscrezione riportata dal quotidiano “La Repubblica”, ha detto che è nelle sue intenzioni – e in quelle del Pd – “proporre l’abolizione del canone Rai” visto che “la tv pubblica deve essere un diritto dei cittadini”. L’ex Presidente del Consiglio, dunque, potrebbe aver dato retta alle ricerche secondo cui il canone Rai è senza dubbio uno dei balzelli più odiati dagli italiani. Una tassa che in altri Paesi pesa di meno e che talvolta è persino più alta: dal 2016, come saprete, si paga in bolletta e costa meno (dai 100 euro è sceso ai 90); intanto il tasso di evasione è diminuito, così come nelle previsione del precedente Governo. Poi, se come dice Renzi si volesse eliminare del tutto, diventerà necessaria per la sopravvivenza del servizio pubblico l’abolizione del tetto di raccolta pubblicitaria. Un danno per le tv private come Mediaset e La7 che sono finanziate esclusivamente dagli sponsor.

Come scrive l’agenzia di stampa Ansa.it, l’abolizione del canone Rai sarebbe impossibile secondo il Ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che parla di “una presa in giro”. A difendere la “bomba” lanciata da Renzi, invece, c’è Matteo Orfini secondo cui l’abolizione del canone Rai è “da sempre” una loro proposta. “Abbiamo iniziato e continueremo a ridurre i costi senza proclami” ha replicato seccamente l’ex Premier. L’idea di Orfini e Michele Anzaldi è ancora più drastica: stop al pagamento del canone con conseguente riduzione degli sprechi.

Con Renzi non è d’accordo nemmeno Pietro Grasso, Presidente del Senato e leader di “Liberi e Uguali”: “Ormai se ne sparano tante. Quella del canone mi sembra una come tante altre: non si può valutare un problema in questo modo, senza approfondirlo e valutare le conseguenze” ha detto a margine della sua visita al presidio dei circa 300 lavoratori della “Ideal Standard” che il rischiano il posto di lavoro.

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