Secondo un recente report di WeWorld che analizza i rischi e gli abusi online sui minori, 1 ragazza su 2 subisce una forma di violenza sui social. Un dato allarmante che spinge a chiedersi quanto possano davvero essere pericolosi i social network per i più giovani.

Nel report (intitolato Navigare senza bussola. Riconoscere e prevenire i rischi online per bambini, bambine e adolescenti) si afferma inoltre che un adolescente su tre, tra i 13 e 18 anni, dichiara di controllare regolarmente il cellulare del proprio partner.

WeWorld aveva già affrontato questo spinoso argomento l’anno scorso, e stavolta ha voluto approfondire il tema concentrandosi sulle forme più diffuse e dannose di violenza online contro bambini e adolescenti. La domanda principale è sempre la stessa, la più difficile: l’utilizzo inconsapevole del web potrebbe avere effetti negativi sul futuro dei più giovani e sulla loro salute mentale?

“L’aumento dei casi di abusi online ai danni di bambine, bambini e adolescenti ci preoccupa molto”, ha dichiarato Martina Albini, Advocacy and Study Center Officer. “Per questo continuiamo il nostro lavoro di educazione alle relazioni, all’affettività e alla parità nelle scuole e nei nostri centri educativi. Gli strumenti digitali non devono essere demonizzati, perché portano con sé tante opportunità, ma devono essere conosciuti e usati consapevolmente“.

E ha aggiunto: “In questo percorso, WeWorld può contare sul supporto del network internazionale ChildFund Alliance, di cui siamo unico membro italiano, e sulla campagna WEB Safe & Wise che intende rendere bambini, bambine e adolescenti protagonisti di un uso più sicuro, etico e responsabile degli strumenti digitali”.

Tra le varie problematiche relative all’utilizzo dei social da parte dei minori c’è anche il tentativo di alcune ragazze di attrarre l’approvazione esterna della comunità virtuale attraverso la pubblicazione di foto personali.

Come si legge nel rapporto, “le ragazze potrebbero essere indotte a condividere contenuti che le espongono a fenomeni come body shaming e adescamento online, con importanti ripercussioni sulla loro salute fisica e mentale”. Secondo quanto riportato, il 58% delle ragazze tra i 14 ei 16 anni ha subito violenza di vario tipo sui social media. Tra loro, il 39% è stata vittima di body shaming.

Appare quindi assolutamente necessario colmare le lacune legislative relative alla fruizione della rete da parte dei più giovani. Ciò implica una attenta regolamentazione volta a proteggere i ragazzi dai rischi online. I bambini e gli adolescenti, dice il rapporto, dovrebbero essere in possesso degli strumenti necessari per “partecipare alla vita online in modo sicuro, etico e responsabile come parte del loro sviluppo”, come affermato dalla campagna WEB Safe & Wise “Creating a better digital world with children” lanciata da ChildFund Alliance.

“Pertanto, si esorta ad agire su più fronti e a creare sinergie tra i principali attori competenti in punto di protezione e partecipazione di bambini/e, quindi non solo attori politici nazionali e internazionali, ma anche aziende private, media e società civile”, conclude il rapporto.

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