Un sopravvissuto al naufragio di un peschereccio nel Mar Ionio, a largo del Peloponneso, in Grecia, ha riportato una testimonianza che fa temere un bilancio ancora più grave di quello attuale. Sono, al momento, 83 i corpi dei migranti partiti dalla Libia e diretti in Italia recuperati dal naufragio.

Oltre alle 83 vittime accertate, si cercano centinaia di dispersi. Sul peschereccio viaggiavano centinaia di persone, più di 700 secondo le testimonianze, e la guardia costiera greca ha riportato di averne salvate 108. L’imbarcazione si è capovolta in acque internazionali nel mar Ionio, forse a causa dei forti venti.

Nelle ultime ore un superstite del naufragio ha parlato di “100 bambini nella stiva del peschereccio”.

Il peschereccio era lungo 25-30 metri, come ha riportato alla stampa il portavoce della guardia costiera greca Nikolaos Alexiou. “Il suo ponte era pieno di gente e presumiamo che l’interno fosse altrettanto pieno”, ha spiegato.

Non sappiamo cosa ci fosse nella stiva… ma sappiamo che diversi contrabbandieri rinchiudono le persone per mantenere il controllo”, ha aggiunto il portavoce del governo Ilias Siakantaris.

Secondo i media greci, quasi 30 persone sono state portate all’ospedale del porto, e 4 persone in condizioni più gravi sono state trasferite in ospedale in elicottero.

Un aereo di sorveglianza dell’agenzia europea Frontex aveva avvistato la barca martedì pomeriggio. Nessuno dei passeggeri indossava giubbotti di salvataggio, come ha riportato l’agenzia. Nonostante Frontex avesse segnalato il barcone sin dalle 9.47 del mattino, la Grecia ha giustificato il suo mancato intervento sostenendo che i migranti hanno “rifiutato qualsiasi tipo di aiuto” esprimendo “il desiderio di proseguire il viaggio fino in Italia”.

Tuttavia, sembra che il peschereccio puntasse verso le coste del Peloponneso deviando la precedente rotta verso la Calabria. Una foto, ripresa dall’alto da un aereo di Frontex, ritrae centinaia di braccia alzate dei migranti che chiedono aiuto.

Nella tarda mattinata di martedì, poi, la scoperta che 6 delle persone in stiva, tra cui 2 bambini, erano morti, probabilmente disidratati. Dato che le ripetute richieste di soccorso non avevano sortito effetto, i migranti, spaventati, avrebbero cominciato a ribellarsi e il capitano avrebbe abbandonato la nave calando una scialuppa. Da quel momento, come dimostrano i tracciati, il peschereccio avrebbe cominciato a zigzagare.

Il motore della barca si è spento poco prima della mezzanotte ora italiana di martedì 13 giugno, e il peschereccio si è capovolto, affondando in circa 10-15 minuti nelle acque a largo del Peloponneso, che in quel punto sono profonde fino a 4000 metri. I sopravvissuti provengono nella maggioranza da Siria, Pakistan ed Egitto, come ha riportato Alexiou.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha dichiarato in un tweet che a bordo del peschereccio c’erano fino a 400 persone, ma che potevano essere molte di più: in base alle testimonianze, infatti, che al momento però non possono essere confermate, a bordo dell’imbarcazione si trovavano fino a 750 persone.

Ursula von der Leyen, capo della Commissione europea, ha detto alla stampa di essere “molto preoccupata per il numero di persone scomparse” e che “dobbiamo continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i paesi terzi, per prevenire tali tragedie”.

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