Più di 30.000 donne polacche hanno tentato aborti clandestini dopo la legge no choice
A un anno dall'introduzione in Polonia del divieto (quasi totale) di abortire, aumentano i casi di aborto clandestino o praticato all'estero.
A un anno dall'introduzione in Polonia del divieto (quasi totale) di abortire, aumentano i casi di aborto clandestino o praticato all'estero.
Almeno 34.000 donne in Polonia hanno cercato di praticare aborti clandestini o all’estero dopo l’introduzione nel Paese da parte del Tribunale Costituzionale del divieto (quasi totale) di abortire.
Lo riporta il The Guardian: il 22 ottobre dello scorso anno, infatti, la Corte costituzionale polacca ha dichiarato incostituzionale l’aborto in caso di difetti fetali, consentendo le interruzioni volontarie di gravidanza solo in caso di stupro, incesto o rischio per la salute della madre (circa il 2% dei casi). La legge è entrata in vigore nel gennaio 2021.
La sentenza ha provocato un’ondata di indignazione in tutto il Paese. Migliaia di donne e ragazze in tutta la Nazione sono scese in piazza, vestite di nero, indicendo uno sciopero nazionale. Si stima che circa 100.000 persone abbiano manifestato a Varsavia contro la nuova legge.
L’Abortion Without Borders (AWB), un’organizzazione benefica che aiuta le donne ad accedere a servizi di aborto sicuro, ha dichiarato che nell’ultimo anno più di 1.000 donne polacche hanno cercato di abortire durante il secondo trimestre in cliniche straniere.
L’AWB ha però tenuto a sottolineare che queste cifre rappresentano solo una parte del numero reale di donne polacche che hanno cercato di abortire nel corso dell’ultimo anno. Si calcola che nel 2020 almeno 460 donne polacche si siano recate in Inghilterra per interrompere gravidanze indesiderate, dal momento che nel Paese si possono effettuare aborti fino a 24 settimane e oltre in circostanze eccezionali. Moltissime altre sono state aiutate a espatriare in diversi Paesi europei – come il Belgio, la Germania, la Spagna e la Repubblica Ceca – in cui l’aborto è legalizzato.
A dare un contributo importante al sostegno di queste donne è stato il gruppo affiliato dell’Abortion Without Borders, Women Help Women, che ha aiutato almeno 18.000 donne ad avere accesso alla pillola abortiva.
Mara Clarke, fondatrice dell’AWB, ha dichiarato al The Guardian: “Stiamo seguendo sempre più donne con anomalie fetali da quando la legge è cambiata. Siamo venuti a sapere che i medici stanno riducendo al minimo la gravità dell’anomalia fetale e che, in alcuni casi, ritardano il più possibile la diagnosi”.
“La sentenza della Corte Costituzionale sta causando danni incalcolabili a donne e ragazze, specialmente alle donne povere ed emarginate che vivono in aree rurali”, ha affermato Urszula Grycuk, coordinatrice internazionale presso la Federazione per le Donne e la Pianificazione Familiare (Federa) in Polonia. “La dignità e la libertà delle donne incinte sono in questo modo compromesse”. Federa ha riferito di aver condotto circa 8.100 consultazioni negli 11 mesi successivi alla sentenza, 3 volte di più rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti.
Nel settembre 2021 è stato inoltre presentato un disegno di legge – sostenuto dall’Ordo Iuris Institute for Legal Culture, un gruppo ultraconservatore – che propone uno stop totale delle pratiche di aborto, considerato da molti esponenti dell’estrema destra polacca un omicidio. La violazione di tale legge comporterebbe sanzioni penali contro le donne che abortiscono e chiunque le assista, con pene fino a 25 anni di carcere.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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