Con una sentenza che è già stata definita storica, l’8 settembre la Corte Suprema del Messico ha dichiarato incostituzionale la legge che puniva le donne che interrompono volontariamente una gravidanza. Più precisamente si tratta dell’articolo 196 del codice penale dello Stato di Coahuila che imponeva una condanna fino a tre anni di reclusione per “la donna che pratica volontariamente il suo aborto o alla persona che la fa abortire con il suo consenso”. Norma che è stata, finalmente, bocciata all’unanimità dai giudici dall’organo di garanzia costituzionale. Si tratta di una vera e propria svolta, considerando che il Paese dell’America centrale è fortemente cattolico e conservatore.

Fino a questo momento l’aborto era depenalizzato esclusivamente in quattro Stati (su un totale di trentadue): Città del Messico, Oaxaca, Hidalgo e Veracruz, mentre in tutti gli altri costituisce ancora un reato perseguibile addirittura con trent’anni di carcere. Nonostante sia limitato al territorio di Coahuila, quello della Corte Suprema è un verdetto di fondamentale importanza per l’intero Paese. Questa sentenza, infatti, deve rappresentare un precedente giuridico a cui tutti gli altri Stati dovranno fare riferimento e adeguarsi.

Come riportato da Repubblica, il presidente della Corte Arturo Zaldìvar ha dichiarato:

Da oggi in poi non si potrà più processare alcuna donna che abortisce nei presupposti fissati da questo tribunale. Si tratta di una nuova rotta verso libertà, chiarezza, dignità e rispetto; un grande passo nella lotta storica per la dignità e l’esercizio dei suoi diritti“.

La sentenza è una grande vittoria anche per il movimento femminista messicano, attivo da molti anni per contrastare la politica del presidente Obrador, che da sempre tende a ignorare e banalizzare il problema della mancanza di un diritto sacrosanto.

La stampa internazionale ha visto, inoltre, questo importante provvedimento come una reazione alla legge approvata dai repubblicani nel confinante Texas, che vieta l’aborto anche in caso di incesto o stupro. Sembra che il Messico possa concedere alle donne texane di recarsi oltreconfine per interrompere la gravidanza.

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