I primi pagamenti per il reddito di inclusione, ovvero la misura per il contrasto alla povertà, partiranno il 27 gennaio come fa sapere l’Inps annunciando a breve un report sui numeri delle persone che lo hanno chiesto e, dunque, sulle domande accolte. Come scrive l’agenzia di stampa Ansa.it, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha ribadito l’innesto di ben seicento persone nei centri per l’impiego che dovranno occuparsi delle famiglie che avranno il Rei e che dovranno essere inserite in un progetto di occupabilità. Inoltre ha assicurato che “dalla fine di questo mese le persone che hanno avuto certificato il diritto ad avere il Rei lo riceveranno“.

Numeri alla mano, come riporta il Corriere.it, una famiglia di cinque persone potrà percepire fino ad un massimo mensile di 534 euro versati su una carta di credito creata ad hoc per il reddito d’inclusione. Il requisito per ottenere questo beneficio è quello di un livello Isee, ovvero l’indicatore della situazione economica equivalente, di 6mila euro all’anno. Una misura che, di fatto, potrebbe riguardare due milioni e mezzo di persone, la metà di quelle che vivono in povertà assoluta. Solo un quarto sarebbe costituito da residenti stranieri, ovvero l’8% della popolazione, mentre il restante 75% è composto da italiani che non riescono ad arrivare alla fine del mese e che “sopravvivono” con meno di 6mila euro l’anno.

Il reddito di inclusione incide per due miliardi nel 2018; 2,5 nel 2019 e ben 2,7 nel 2020. Mancano ancora i numeri definitivi, dunque non si conoscono il numero di famiglie che hanno fatto richiesta ma si sa per certo che tra dicembre e il 2 gennaio 2018 sono state presentate 75mila richieste di accesso al reddito di inclusione con il maggior numero di domande da Campania, Sicilia e Calabria. Il beneficio economico verrà erogato per un massimo di 18 mesi e non potrà essere corrisposto in presenza di altri sussidi o indennità.

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