Alessandro Cecchi Paone Simone Antolini, rispettivamente 62 e 24 anni, si sono sposati. L’unione civile è stata celebrata a Napoli, nella sala della Loggia del Castello del Maschio Angioino. A officiare il rito è stato il sindaco del capoluogo campano, Gaetano Manfredi.

A fare da testimoni sono stati la donna con cui il giornalista in passato è stato sposato, Cristina Navarro, e la mamma del giovane, Samantha. Al fianco della coppia, a fare da damigella d’onore, c’era Melissa, la bambina che il giovane ha avuto da una precedente relazione e che oggi ha cinque anni.

In un primo momento era stato detto che a celebrare il rito sarebbe stata Emma Bonino, successivamente si è parlato di un suo possibile ruolo da testimone, anche se alla fine l’ex parlamentare non ha potuto essere presente. Nonostante questo, lei non ha mancato di mandare un messaggio di auguri agli sposi.

Diversi gli ospiti famosi tra gli invitati. Tra questi, le sorelle Pompadour, la contessa Daniela D’Aragone, Roberto Gobbi, Elenoire Ferruzzi, ex concorrente del Grande Fratello Vip, e Michel Altieri.

La decisione di sposarsi è nata in Alessandro Cecchi Paone e Simone Antolini per amore della bambina, che è riuscita a stringere un grande rapporto con il divulgatore scientifico, che lei chiama “zio“. “Perché sposarci a Napoli? – sono state le parole di Cecchi Paone riportate da Tgcom24 -, insegno da 25 anni al Suor Orsola, qui ho fatto le elementari, Simone ha iniziato a Napoli la sua vita adulta. Non potevo non accettare l’invito di Manfredi tra l’altro arrivato durante il gay pride, Napoli è una città inclusiva che riconosce ogni tipo di amore e di famiglia e ha molto da insegnare a tutta un’Italia ancora un po’ retrograda. Progetti insieme? Abbiamo già una figlia di 5 anni che con il matrimonio ho deciso di tutelare ulteriormente dal punto di legale e formale. Purtroppo non posso adottarla, l’Italia è un fanalino di coda in questo senso. Siamo qui per dire a tutti che bisogna arrivare al matrimonio egalitario e all’adozione per i gay e i single. Siamo un paese coltissimo ma che sul piano dei diritti civili se l’è dimenticato perché cultura e diritti civili vanno a braccetto. A Napoli succede, a Roma soprattutto al Governo ancora no”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!