Alessia Prendi, una bambina di 12 anni, è morta colpita dalla trave dell’altalena su cui stava giocando nel cortile dell’oratorio a San Pelino, frazione di Avezzano in provincia dell’Aquila. Si stava dondolando sull’altalena nel cortile della struttura parrocchiale, che funge da riferimento per i 2 mila abitanti del paesino, quando i pali verticali e la trave orizzontale a cui la seggiola era legata sono crollati, travolgendola.

Ad accorgersi della tragedia, dopo qualche attimo, sono stati i bambini che, come lei, stavano trascorrendo un pomeriggio di svago all’aria aperta, giocando tra il prato e i campi da calcio. “Alessia svegliati“, avrebbero urlato più volte questi alla bambina, che si trovava a terra esanime, ansimante e incosciente.

Inutile anche l’intervento di Amleto Magnante, l’infermiere che per primo ha soccorso Alessia Prendi, che si trovava seduto su un muretto poco distante. L’uomo, allertato dalle urla e dai pianti dei bambini, si è avvicinato e ha prestato i primi soccorsi. Poi è stato chiamato il 118 che, a sua volta, ha avvisato i carabinieri. Mobilitato anche l’elisoccorso, che è intervenuto dall’Aquila in pochissimi minuti, ma poi si è deciso di trasportare la bambina, stabilizzata sul posto, all’ospedale di Avezzano. Qui è deceduta nel giro di poco tempo per i gravi traumi interni che ha riportato, causati dal tronco che l’ha colpita in testa.

Straziante è la testimonianza di Magnante, 35 anni, al Messaggero: “Non mi do pace. Non riesco ancora a capire come sia potuto succedere“. I genitori della bambina, Petrit ed Eda, e la comunità intera piangono la scomparsa della piccola Alessia.

I carabinieri sono al lavoro per chiarire la dinamica esatta di quanto accaduto e per verificare se sussistano responsabilità di natura penale. A una prima occhiata, l’altalena pare infatti realizzata in maniera rudimentale con dei pali di legno in cattive condizioni e, in sostanza, bisognerà capire se la struttura poteva essere utilizzata o se invece qualcuno avrebbe dovuto impedirlo.

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