All’università di Palermo arriva il “libretto di genere”: tutto merito di un’intesa tra l’ateneo e Arcigay. Un’iniziativa che nasce dall’esigenza di chi – ad esempio – ha un corpo da donna ma un nome (e un passato) da uomo e che vede l’ora dell’appello come una vera e propria tortura. Da oggi per loro questa “gogna” – come scrive Repubblica.it – è finita: l’università di Palermo ha inaugurato il libretto per chi ha deciso di cambiare identità, da uomo a donna o viceversa. Una misura che, in realtà, era già stata prevista nel regolamento dell’ateneo del 2013 ma che non era mai stata applicata. Ora la svolta.

Nella smart card potrà essere utilizzato il nome che più rispecchia la propria identità e per attivarlo è semplicissimo: basterà scrivere alla casella di posta del rettore Micari (rettore@unipa.it) per vedersi riconosciuto questo nuovo e importante diritto. Queste le parole di Gabriel Mineo, coordinatore del gruppo Giovani di Arcigay Palermo:

Una volta una mia collega, mentre si discuteva della lista per fare i turni universitari durante una lezione, alle mie esitazioni mi ha chiesto infastidita che cosa ci voleva a scrivere un nome su un foglio. Non si rendeva conto del peso che ha un nome. Dietro c’è un’intera identità. Per molti è una cosa scontata quanto respirare farsi chiamare per nome o presentarsi. Per noi persone trans, prima del cambio dei documenti di riconoscimento, non è così scontato. La maggior parte delle volte dietro quel nome scritto sulla carta di identità ci sono soprusi, insulti, risatine, derisioni, violenze e mancanza di diritti.

Gabriel, ad esempio, è in terapia ormonale, come scrive Repubblica.it: sta aspettando solo un intervento chirurgico per far sparire il seno da donna. E aggiunge:

La carriera alias è una grande opportunità per stare sereni e vivere quella stessa spensieratezza delle persone che hanno avuto la fortuna di stare bene col proprio sesso e col proprio nome anagrafico. È il potersi sentire leggeri, senza il peso degli sguardi e delle domande inopportune.

Altri atenei hanno già attivato la tessera “alias”: tra questi spiccano Catania, Torino, Padova, Bologna, Urbino, Pavia, Verona e Bari.
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