Dal 15 novembre è disponibile per tutti i cittadini italiana l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), una piattaforma digitale che permette di scaricare direttamente da casa i certificati anagrafici, evitando così le lunghe file degli uffici comunali.

Un bel modo per risparmiare tempo, quindi, ma per Cesare Bonifazi e il marito Danilo Fastelli è stato soprattutto il modo in cui hanno scoperto che la loro unione civile, celebrata davanti all’ufficiale di stato civile appena quattro mesi dopo l’entrata in vigore della legge Cirinnà, nel 2016, non è mai stata registrata nel Comune di residenza.

Una situazione che lo stesso Bonifazi, giornalista come il marito, ha denunciato sulle pagine del Tirreno.

[…] Proprio ieri abbiamo scoperto che il nostro atto di unione non è mai stato trascritto e quindi siamo ancora entrambi scapoli – si legge nell’articolo – ‘Celibe’. Non ci posso credere. Penso a un errore. Chiamo l’ufficio di Stato civile del Comune dove ci siamo sposati: Montecatini Val di Cecina. L’impiegata è la stessa che ci aveva fatto i fogli e mi riconosce immediatamente dandomi del tu. Anche lei rimane sbigottita: ‘Controllo subito’.

Risulta che lei ha inviato un’email di posta elettronica certificata il 3 luglio del 2017 al suo collega di Livorno, dove viviamo io e il mio marito-coinquilino. Esattamente due giorni dopo la cerimonia, che è avvenuta di sabato. Faccio un passo avanti: chiamo l’ufficio di Stato civile del Comune di Livorno. Dall’altro capo della cornetta l’impiegato mi risponde: ‘Noi non abbiamo ricevuto niente. Qual è il suo nome?’.

Un secondo di attesa. ‘Risulta celibe’. Ritelefono a Montecatini: ‘Noi abbiamo ricevuto il numero di protocollo’. E poi richiamo di nuovo Livorno: ‘Io ora non posso stare al telefono, qui c’è gente in fila che ha prenotato. Nei prossimi giorni vediamo di capire’. Azzardo un ‘io sono quasi cinque anni che sono sposato, ho atteso un bel po’. Ma voi le registrate tutte le unioni civili che arrivano da altri Comuni?’. L’impiegato è sbrigativo: ‘Ovviamente. Mi scusi ma adesso devo lavorare’

L’articolo-denuncia di Bonifazi è stato ripreso dalla stessa Monica Cirinnà, che ha invitato quindi tutte le coppie unitesi civilmente a controllare, grazie all’anagrafe digitale, se la loro unione sia stata effettivamente registrata.

Perché quello di Fastelli e Bonifazi, purtroppo, non è un caso isolato, come racconta Simone Alliva in un articolo per L’Espresso; ci sono anche casi in cui il figlio di una coppia omogenitoriale risulti semplicemente “convivente”.

I figli adottati con adozione in casi particolari all’interno dell’anagrafe digitale risultano come conviventi con vincoli di adozione o affettivi – ha spiegato al settimanale Michele Giarratano, avvocato dell’associazione Famiglie Arcobaleno – Quindi se accedi allo Stato di Famiglia come genitore il figlio risulta un convivente. E viceversa. Se accediamo allo Stato di Famiglia con i dati del figlio, in questo caso è il genitore a risultare convivente.

È immediato l’effetto di tipo discriminatorio perché non viene riconosciuto legame genitore-figlio ma viene declassato a convivenza. Da un punto di vista legale, invece, tutto questo pone interrogativi rispetto al legame giuridico tra genitori e figli.

Ci sono anche problemi di altro genere, come quello capitato a una coppia lesbica, che entrando nel portale con la Spid ha avuto una sorpresa.

Se io accedo con il mio Spid il maschio è lei – ha spiegato una delle due – Se lei accede con il suo, il maschio sono io.

Entrando con il proprio Spid la donna accede infatti alla propria pagina dei servizi al cittadino, il codice fiscale è corretto, le generalità, e anche lo stato civile dove effettivamente risulta unita civilmente. Ma scorrendo fino alla voce “Unione civile”, trova una sorpresa: la moglie è registrata come uomo, dato che alla voce “Sesso” campeggia una M.

Una cosa simile a quella denunciata da Cesare Bonifazi è invece accaduta all’ingegnere informatico perugino Daniel Baciarelli, unito civilmente con il suo compagno Giuseppe Barbieri:

Dovevo scaricare dei certificati. In genere lo faccio dal sito del Comune ma volevo provare l’anagrafe digitale. Mi serviva uno stato di famiglia. L’ho estratto. Tutto tranquillo. Poi ho detto: facciamo un giro nel sito. Nello stato civile risultavo Celibe/Nubile. Mentre nello Stato di Famiglia risulto ‘unito civilmente’.

Certo adesso c’è da capire se si tratta di un bug relativo al digitale, o se ci sono problemi di altro tipo alle spalle.

L’anagrafe digitale è un passo avanti per il nostro paese, una semplificazione attesa: ma non è accettabile che non riconosca una parte importante delle famiglie italiane. Se si vuole essere al passo con i tempi, se si vuole portare l’Italia su standard europei, lo si faccia fino in fondo – ha dichiarato Monica Cirinnà –  Non possono esistere cittadine e cittadini a metà. Sto facendo le opportune verifiche, e non escludo di presentare una interrogazione urgente al ministro Colao e alla ministra Lamorgese.

È importante risolvere il problema, di qualunque tipo esso sia, per far sì che le famiglie LGBTQ+ non vengano discriminate, intrappolate nelle maglie della burocrazia italiana e probabilmente di un vuoto culturale che le vorrebbe relegare ancora all’invisibilità.

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