È uscito dal carcere il rapper Andrea Arrigoni, in arte Shiva, che era detenuto a San Vittore per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta l’11 luglio 2023 a Cusago ai danni di due ragazzi. Una scarcerazione che non è stata esente da polemiche, come quella lanciata dal deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato, secondo il quale “il giudice che ha scarcerato e concesso i domiciliari a Shiva doveva essere più severo”.

Vorrei ricordare che stiamo parlando di giovani di seconda generazione, cresciuti in Italia da famiglie arabe, che evidentemente non hanno mai voluto integrarsi nella nostra società”, si legge in una nota del politico. “Per tutti questi soggetti, che sono istigatori di violenze e cattivi esempi per i ragazzi più piccoli, oltre che assidui utilizzatori di armi da fuoco, occorrono norme e rimedi più severi, perché una volta liberi, o in molti casi ai domiciliari, continuano a compiere atti criminali in giro per le città”.

Per esempio, il gip di Milano, a Shiva avrebbe dovuto dare quantomeno i domiciliari con braccialetto elettronico”, ha concluso l’uomo. Una gaffe di stampo razzista, nella quale Shiva, nato e cresciuto a Milano da genitori italiani, viene scambiato per una persona di origine araba solo in quanto oggetto di vicende processuali.

Di diverso avviso i legali del ragazzo, i quali hanno espresso un parere positivo sulla sua condotta all’interno della struttura: “Siamo molto soddisfatti del provvedimento del gip. Abbiamo sempre accettato e rispettato i provvedimenti cautelari negativi, pur impugnandoli, a maggior ragione condividiamo modifiche positive sul suo stato detentivo. Il percorso carcerario è durato quasi 4 mesi ed è stato molto probante per il ragazzo, la famiglia, il team lavorativo e tutti i fan. Ora speriamo inizi una nuova fase, dove centrale possa essere solo la musica”, hanno commentato i due avvocati, Marco Campora e Daniele Barelli, all’Adkronos. “Il processo farà il suo corso e noi saremo pronti a confrontarci, nel rispetto dei ruoli, con la procura avanti il Tribunale competente per decisione finale di merito”.

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