L'attore 25enne, conosciuto per aver interpretato il ruolo di Fezco in Euphoria, è scomparso il 31 luglio 2023. Ancora incerte le cause del suo decesso.
La scomparsa di Angus Cloud, 25enne conosciuto per aver interpretato il ruolo di Fezco in Euphoria, ha colto tutti di sorpresa, non solo i suoi fan, ma anche i familiari, che non si aspettavano di dover vivere una tragedia simile. Solo una settimana prima, infatti, era morto il papà del ragazzo, a cui era particolarmente legato, ma nelle ore che hanno preceduto il decesso non aveva dato particolari segni di disagio, pur essendo noti i suoi problemi di salute mentale.
A rivelarlo è la mamma, Lisa Cloud, attraverso un messaggio pubblicato su Facebook, in cui ha voluto ringraziare tutti per il sostegno ricevuto in questi giorni: “Amici, voglio che sappiate che apprezzo il vostro amore per la mia famiglia in questo momento di disperazione – ha scritto – Voglio anche che sappiate che, sebbene mio figlio fosse profondamente addolorato per la prematura morte del padre a causa del mesotelioma, il suo ultimo giorno è stato gioioso”.
Le cause della sua morte non sono ancora state accertate, ma lei esclude che si sia voluto togliere la vita, ipotesi di cui si è parlato in un primo momento: “Stava riorganizzando la sua stanza e mettendo oggetti in giro per casa con l’intento di rimanere un po’ nella casa che amava. Ha parlato della sua voglia di aiutare a provvedere alle sue sorelle al college. Non voleva porre fine alla sua vita”.
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Angus Cloud e la mamma avevano già fatto programmi per l’indomani, ma lui non ha riaperto gli occhi: “Quando ci siamo abbracciati e dati la buonanotte ci siamo detti quanto ci amavamo e che ci saremmo rivisti l’indomani. Non so se e cosa possa essersi messo nel corpo poco dopo. So solo che ha appoggiato la testa sulla scrivania sulla quale stava lavorando ad un progetto artistico, si è addormentato e non si è più svegliato. Potrebbe essere andato in overdose accidentalmente e tragicamente, ma è chiaro che non aveva intenzione di lasciare questo mondo” – così si conclude la lettera.
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