Annalisa e quell'ossessione (che è controllo riproduttivo) per i pancini sospetti

Di nuovo al centro del gossip per il "pancino sospetto" Annalisa risponde: "Non sono incinta". Ma c'è davvero bisogno di continuare a scandagliare e indagare sui diritti riproduttivi delle donne, famose e non?

Ci risiamo. Quella dei “pancini sospetti” sembra quasi un’abitudine destinata a ripetersi ciclicamente, toccando di volta in volta la vip di turno, fresca di matrimonio o di annuncio di relazione.

È toccato praticamente a tutte: ad Aurora Ramazzotti, ben prima che incinta lo fosse veramente, a Federica Pellegrini, Jennifer Aniston, è (ri)toccato ad Annalisa. Perché la pancia della cantante, in gara a Sanremo con Sinceramente, era già stata oggetto di indagine da parte dei media qualche mese fa, e adesso i rumors sulla sua presunta gravidanza sono tornati a farsi vivi, complice la presenza sul palco dell’Ariston.

Perché nella testa di chi cerca gravidanze ovunque, la maternità è il passo immediatamente successivo al matrimonio; ed essendosi l’interprete di Savona sposata lo scorso giugno (con l’imprenditore Francesco Muglia), è chiaro che da quel momento gli appassionati di gossip siano partiti alla caccia del fatidico “pancino”, ricevendo, già a suo tempo, la risposta stizzita della stessa Annalisa: “È lo specchio di un retaggio culturale che abbiamo, una certa visione all’antica per cui una si sposa e dopo un mese si aspettano tutti che sia incinta”.

Questa volta, invece, gli “indizi” sarebbero due: non solo un body indossato in scena che qualcuno ha definito “troppo fasciante”, ma anche l’entrata dall’ingresso laterale dell’Ariston, e non dalla celebre scalinata.

No, non sono incinta, ma non ho fatto le scale perché un anno fa sono caduta e finita al pronto soccorso, non proprio un’esperienza bellissima – ha chiarito Annalisa al Corriere della Sera – neanche bruttissima, perché poteva anche andare peggio, però mi è venuta un po’ di paura. Mi sono fatta male e ho avuto per un bel po’ di tempo la frangia sulla fronte per coprire una bella cicatrice.

Quella che sembra essere una definizione innocua, ormai comunemente usata da quella parte di media che si occupa soprattutto di cronaca rosa e gossip, “pancino sospetto”, nasconde in realtà una problematicità più profonda: non solo è il frutto di quel retaggio culturale di cui anche Annalisa ha parlato, che vorrebbe tutte le donne per forza madri, soprattutto dopo il matrimonio, ma sono potenzialmente anche molto dolorose per chi non potrà mai affrontare una gravidanza.

Pensiamo, ad esempio, alle innumerevoli volte in cui i tabloid hanno parlato dei “pancini sospetti” di Jennifer Aniston, fino alla rivelazione dell’attrice, nel novembre del 2022, ad Allure: “Stavo cercando di rimanere incinta. È stata una strada impegnativa per me, la strada per fare i bambini. Ho provato anche con la Fivet, ho bevuto tisane cinesi, le ho provate tutte – sono state le sue parole – Tra l’altro, c’era questa narrativa che mi dipingeva come egoista, concentrata solo sulla carriera, si diceva che mio marito mi avesse lasciato per questo. Erano tutte bugie. Il motivo per cui mio marito [Brad Pitt, ndr.] mi ha lasciato, il motivo per cui ci siamo lasciati e abbiamo posto fine al nostro matrimonio, era perché non gli avrei dato un figlio”.

L’ossessione nei confronti dei corpi delle donne, e della loro visione come madri a tutti i costi, è deleteria e dannosa, in primis per chi è oggetto di continue indagini e interrogazioni, che non è tenuto, solo perché personaggio pubblico, a dover spiegare per forza come stanno le cose.

Eppure, è ciò che capita abitualmente: le donne sentono di dover giustificare l’accenno di pancia rilevato dai giornali, di smentire la gravidanza oppure sono costrette a confermarla, magari anzitempo e anche se non avrebbero voluto. Non è semplicemente “lo scotto da pagare” della celebrità, è una cultura antiquata che dovremmo svecchiare, lasciando in pace pance e pancini che, se e quando lo vorranno, decideranno di esibire eventualmente solo le dirette interessate.

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