Il 40% dei bambini italiani mette a rischio la propria incolumità condividendo informazioni private con sconosciuti online. A lanciare l’allarme è Kaspersky – che dal 1997 si occupa di sicurezza informatica – che ha commissionato a Educazione Digitale un sondaggio su un campione di 1.833 bambini provenienti da 88 scuole italiane, di età compresa tra i 5 e i 10 anni.

La ricerca è stata effettuata tra maggio e ottobre 2021 e aveva come obiettivo l’analisi delle modalità di fruizione degli strumenti tecnologici da parte della cosiddetta generazione Alpha, con particolare attenzione ai rischi che potrebbero correre i bambini se lasciati liberi di esplorare il mondo di Internet senza la supervisione di un adulto.

Ciò che più preoccupa, analizzando i risultati del sondaggio, è che quasi la metà di questi bambini non teme di condividere dati estremamente personali (come l’indirizzo di casa e la scuola che frequentano) con persone con cui non hanno alcun rapporto nella vita reale, nonostante le raccomandazioni dei genitori e degli insegnanti sui pericoli che spesso si celano in rete.

E sono pericoli reali: il 36% dei bambini ha infatti ammesso di essere stato contattato online da perfetti sconosciuti, che spesso proponevano loro di partecipare a sfide pericolose.

L’indagine presenta altri dati allarmanti: se, infatti, il 40% dei bambini sarebbe felice di instaurare un’amicizia virtuale, solo il 18% eviterebbe di fornire dettagli troppo intimi, mentre solo il 42% ha affermato che non renderebbe mai pubbliche informazioni di carattere personale.

Inoltre, secondo i dati riportati dal sondaggio, il 55% dei bambini italiani tra i 5 e i 10 anni è già proprietario già uno smartphone e il 20% lo usa per più di 2 ore al giorno. Il 43% ha dichiarato di utilizzare i dispositivi digitali per scattare foto o fare video, mentre il 31% li usa per chattare con gli amici e fare giochi online. Solo il 25% ha affermato di preferire giocare all’aria aperta piuttosto che restare davanti allo schermo di uno smartphone.

Dati scioccanti che ci mostrano come la vita di molti giovanissimi sia stata fagocitata dal mondo virtuale. A destare preoccupazione è anche la tenerissima età a cui alla maggior parte dei bambini italiani viene concesso l’accesso ai dispositivi digitali.

“I risultati di questa ricerca ci confermano quanto le attività di education siano fondamentali e quanto sia necessario insistere perché sia a scuola che in famiglia si dedichi del tempo per parlare dei rischi della rete”, ha affermato Alessandra Venneri, Responsabile Comunicazione presso Kaspersky. “Quello tra bambini e tecnologia non è un rapporto necessariamente negativo, dipende dall’uso che si fa di questi strumenti. Bisogna offrire loro la possibilità di utilizzarli, ma, al contempo, educarli ad un uso consapevole”.

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