Mario Domenico aveva 20 mesi ed è morto per una crisi respiratoria a maggio 2022. Gravemente malato dalla nascita, il bambino era ospite di un centro specializzato ad Asti, ma al momento del decesso i suoi familiari non sono stati avvertiti, e non hanno potuto dirgli addio né partecipare al funerale.

I genitori naturali del piccolo, secondo i servizi sociali, erano stati considerati inadeguati a prendersi cura di lui, e per Mario Domenico erano state avviate le pratiche per l’adozione. Prima affidato a una famiglia e poi alle cure di un centro, il bambino aveva continuato a vedere la sua mamma e il suo papà ogni due settimane, ma poi il permesso è stato revocato, le visite si sono interrotte e così anche tutte le notizie su di lui.

Quando il bambino è morto a causa di una crisi respiratoria, sono stati i servizi sociali ad organizzare il funerale e la sepoltura, a cui ha partecipato anche la famiglia affidataria, ma, stando all’accusa dei genitori, non hanno avvertito nessuno della sua famiglia di origine, che ha appreso delle esequie da altre fonti in maniera non ufficiale, dopo una settimana.

“È una storia nata male e finita male. Non ci sono state violazioni giuridiche da parte del Comune di Asti e del tribunale per i minorenni di Torino ma sul lato umano si poteva fare diversamente”, dichiara a Repubblica l’avvocato Claudia Malabaila, che con Roberto Caranzano assiste il padre di Mario Domenico.

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