Barbara Bobulova, attualmente al cinema con Iddu – L’ultimo padrino, il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sulla latitanza di Matteo Messina Denaro presentato al Festival del Cinema di Venezia, con Elio Germano a interpretare il boss, è una donna libera e indipendente; due figlie, Lea e Anita, di 17 e 16 anni, avute dall’ex compagno Alessandro Casale, oggi l’attrice nata a Martin, nella ex Cecoslovacchia, ha un’idea molto chiara delle relazioni ma anche dell’indipendenza, e si definisce single, spiegando a Vanity Fair “Da sola sto molto bene. Sto con qualcuno solo se ne vale la pena, e al momento non è così”.

Dell’indipendenza le piace il fatto “Che faccio come mi pare, non devo rendere conto a nessuno. La sera se sono stanca vado a dormire. E poi, diciamolo, da soli si dorme meglio. Non sono mai stata sposata, ma considero il matrimonio un lavoro”.

“La relazione a cui aspiro – aggiunge – è quella in cui si sta insieme solo quando si ha voglia. Bisognerebbe avere due case e so, ovviamente, che è un lusso enorme. La famiglia tradizionale non fa per me”.

Di “famiglia”, infatti, Bobulova non ha neppure una definizione: “Dovremmo solo cercare di essere felici. Per me la famiglia non è mamma, papà, bambini. Alle mie figlie dico: ‘Cercate di stare bene, di vivere la vita che desiderate. Siate libere e felici’. Io non l’ho capito subito. In passato ho provato a seguire il modello tradizionale, perché la società in cui viviamo mi faceva sentire anormale. Ma ho capito che stavo sbagliando, che non ero onesta con me stessa. E ho capito anche che molti fingono, preferiscono non rinunciare alla propria quotidianità familiare anche se non stanno più bene”.

Anche sulla parità di genere l’attrice ha le idee chiare: “[…] noi donne procediamo un passo avanti e due indietro. Non possiamo mai dare nulla per scontato, ogni diritto ottenuto va continuamente difeso. Alle mie figlie cerco di far capire che coltivare la propria indipendenza è la cosa più importante, e mi riferisco all’indipendenza economica e affettiva”.

Da madre lontana dalla famiglia, Bobulova ha anche un ricordo complicato dei primi mesi di vita delle figlie: “È stato estremamente complicato crescere due bambine in una città che non era la mia, senza l’aiuto dei miei genitori o di altri parenti. Devo dire grazie ai nonni delle mie figlie, anche se non vivevano a Roma sono stati fondamentali. Essere una madre lavoratrice è veramente dura, l’ha detto benissimo a Venezia la regista Maura Delpero, vincitrice del Leone d’argento. Ha detto che la società dovrebbe sostenere le donne, non lasciarle sole. Io ricordo gli asili tutti pieni, gli incastri impossibili per organizzare i tre mesi di vacanza da scuola delle bambine, gli anni alle medie senza mensa. Loro a casa alle due, io al lavoro fino a sera. Non mi meraviglio che in Italia la natalità sia sempre più bassa”.

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