Benno Neumair, il 31enne originazio di Bolzano che il 4 gennaio 2021 ha ucciso entrambi i genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, facendo finire i corpi nell’Adige, è stato condannato all’ergastolo, come era stato richiesto dall’accusa nella sua arringa. Per il reato di soppressione di cadavere è stato condannato a tre anni di reclusione.

Questo significa quindi che la pena complessiva nei confronti del ragazzo, che solo successivamente ha ammesso le sue colpe, è pari all’ergastolo con un anno di isolamento diurno e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Benno Neumair dovrà anche pagare una provvisionale alle parti civili: cioè 200 mila euro alla sorella Madè e 80 mila euro alla sorella della mamma, Laura Perselli, Carla.

Gli avvocati dell’imputato, Angelo Polo e Flavio Moccia, avevano chiesto che venissero applicate le attenuanti generiche e che lui venisse considerato incapace di intendere e di volere. I consulenti che sono stati nominati dai difensori, infatti, ritengono che Benno di “un grave disturbo di personalità”, sarebbe “malato e socialmente pericoloso”.

Il litigio che lui avrebbe avuto con il padre sarebbe stata la molla che lo ha poi portato a ucciderlo, visto che non ha sempre la capacità di riuscire a controllarsi. Secondo l’accusa, però, non ci sono prove certe che i due abbiano poi effettivamente discusso e che quel momento sia stato preliminare rispetto al delitto.

Nel corso della sua confessione il 31enne ha detto di avere ucciso entrambi i genitori strangolandoli con una corda. Il primo su cui ha agito è stato il padre, per poi proseguire con la madre, che era successivamente rientrata a casa. L’ammissione delle sue colpe è arrivata subito dopo il  ritrovamento del corpo della madre Laura, avvenuto successivamente rispetto a quello del padre Peter.

La sentenza è stata commentata da Madè Neumair, sorella di Benno: “Non so se lo perdonerò, è una domanda così difficile che non ci sto pensando  perché in questo momento penso alla mamma e al papà. Questa non è una vittoria perché questa pena o le motivazioni che arriveranno e leggeremo non ci ridaranno la mamma e il papà”. 

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